Jacobone, giorn.: “Nella partita contro il Napoli, Orsato non ha fischiato i rigori per non ‘rovinare’ una gara”

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Alessandro Jacobone, giornalista, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo a Punto Nuovo Sport Show. “Marotta paragonato a Moggi? Non deve essere solo una visione estrema di quanto abbia fatto di male Moggi al calcio. È la sintesi della situazione attuale di come leggo e percepisco nel calcio italiano in quanto a peso dirigenziale. Nascondersi dietro al dito come fa chi gode dei servigi, parlo della sponda nerazzurra, è alquanto ipocrita perché Marotta lavorava per gli ‘odiati’ bianconeri. Era indicato come l’influente che a volte negli uffici istituzionali, di fronte le telecamere, riusciva a influenzare come fa un campione nei confronti di un arbitro o qualsiasi dipendente di fronte il dirigente massimo di un’azienda, la famosa sudditanza psicologica. L’influenza di Marotta è evidente, se lo era quando era alla Juve non vedo perché non debba esserlo ora all’Inter. Se dall’altra parte della staccionata non c’è questo tipo di presenza ingombrante agli occhi di chi può essere influenzato nelle decisioni, c’è un disequilibrio: Maldini dopo tanto tempo che la tifoseria rossonera gli chiedeva di alzare la mano per dire ‘Voglio parlare anche io’, è riuscito ad andare davanti le telecamere, dopo lo scempio. Ognuno difende il proprio giardino e Maldini è andato, nel suo stile educato, di fronte alle telecamere alzando la mano e lamentandosi. Cosa che non sembra abbia portato grossi vantaggi perché sembra quasi ci sia stata una vendetta da parte di chi è stato bacchettato. Qualcuno sembra essersi disturbato per questo intervento. Quando c’è una mancanza di peso politico e dall’altra c’è un dirigente che naviga nel calcio da tanto tempo e in maniera importante è chiaro che non c’è tranquillità per chi deve giudicare. Marotta è un ottimo dirigente, basta vedere come ha fatto mercato lui dovendo vendere Hakimi e Lukaku. È un gran dirigente però come peso politico mi ha ricordato Moggi quando batteva i pugni, quando si faceva sentire, quando riusciva a influenzare determinate situazione. Sta di fatto che è inammissibile che opinionisti e gli stessi interisti non abbiano alzato istanza per quanto accaduto. Non è il singolo caso del rigore, il problema è della gestione. Quando si parla del caso rinvio di Bologna-Inter, che si giocherà probabilmente quando i rossoblù avranno già la crema solare sulle chiappe. Questo non è regolare quando il Bologna oggi è in una situazione mentre fra un mese potrebbe essere in un’altra situazione. Così come la folle scelta delle partite giocate a San Siro, due in 24 ore con il Milan che si è trovato con un campo conciato malissimo. Per non parlare del calendario asimmetrico che ha visto il Milan proprio in una stretta tra Inter e Juventus quando i due giocatori performanti come Bennacer e Kessié erano in Coppa d’Africa. Una serie di situazioni che chissà perché vanno in una sola direzione, questo è il peso politico che non si può negare. Nella partita contro il Napoli, Orsato non ha fischiato i rigori per non ‘rovinare’ una gara. Alla fine ha vinto chi meritava. L’intervento di Tomori è più deciso di quello di Koulibaly. Va detto che c’è un fuorigioco geografico inventato all’andata di Giroud. Quanto visto con il Torino è un dolo, non capisco come Massa abbia potuto non avvisare Guida e non capisco come Guida non abbia visto il calcio di Ranocchia su Belotti. Allo stesso momento quando Guida era al VAR in Milan-Udinese e Udogie con la mano la buttava dentro, allora 1+1 fa 2. Si pensa che siano tranquilli nel prendere decisioni senza ripercussioni. Massa ieri è sceso in campo per la Champions ed è assurdo. Il peso politico del dirigente massimo interista influenza e l’abbiamo visto anche in tema deroghe nei pagamenti vari perché squadre sono state penalizzate in altre categorie. Il problema è che il calcio deve avere dall’inizio alla fine delle regole uguali per tutti, questo indirizza la regolarità. Senza questi presupposti il calcio non può andare avanti, non si può cambiare regola in corso. C’è un problema di base che va risolto”.

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