Un disgustato de Giovanni: “Mi sarei aspettato di tutto, invece, neanche una parola”

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A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Maurizio De Giovanni, scrittore: “Ricorre costantemente l’idea di dover ignorare questa gente, ho sentito dire anche che ‘esagerano con la goliardia’. A mio modo di vedere questo è un errore drammatico, un incredibile autolesionismo. Si rischia di far diventare queste cose, a forza di ignorarle, normali. Scivolano sulla pelle delle persone. La cosa grave è che i cori beceri contro i napoletani si sentono anche quando il Napoli non gioca. È questione di prendersela con questo popolo di 3,5 milioni di abitanti quando si incontrano due tifoserie accomunate da quest’odio. Poi c’è un problema istituzionale: quando succedono queste cose bisogna dare il 3-0 a tavolino, la sospensione della partita e si manda a casa la gente. Così la volta successiva, al primo ‘buu’, i tifosi intervengono per tacitare il soggetto. Non avviene questa cosa, viene lasciata libera, le istituzioni non intervengono. Vediamo 10 mila euro di multa ridicoli, che è meglio se non ci fossero perché significano ‘Li abbiamo sentiti, ne abbiamo preso atto e valutiamo in 10 mila euro il prezzo di questo insulto’. Invece, alla prima volta che qualcuno in curva intona un coro del genere si sospende immediatamente la partita e si dà la sconfitta a tavolino, posso assicurare che non succede più. I mezzi ci sono, però conviene non usarli perché il calcio è un business, il calcio deve andare avanti. Con la convivenza anche del Calcio Napoli perché da parte della società non ho sentito parole in favore dei propri tifosi. Da 20-30 anni c’è quest’andazzo disgustoso e non ho mai sentito un dirigente dire ‘La prossima volta che succedono queste cose ritiriamo la squadra dal campo per una questione di dignità’. Mi aspettavo ieri, dopo quello striscione, che succedesse di tutto. Invece così non è stato e devo sentir dire che non è neanche perseguibile perché quello striscione era nel parcheggio dello stadio e non all’interno. Da napoletano mi sento lacerato. In un Paese dove tutti quanti siamo italiani, portiamo il nostro contributo nel lavoro, paghiamo le tasse ed è indegno che succedano cose del genere nel silenzio istituzionale perenne. Esiste un elemento nuovo, ovvero la tecnologia: oggi il monitoraggio persona per persona negli stadi è assolutamente possibile. Imporre alle società una installazione di tecnologie in grado di mandare immediatamente alle questure il viso, le forme, la riconducibilità ad un nome e cognome di queste persone è possibile. Allora è una questione di soldi. Il fatto che le società non parlino è terribile. Non solo per paura degli ultras, ma anche per paura di perde soldi. Ed è stomachevole. Ieri mi sarei aspettato che si dicesse ‘Entriamo col lutto al braccio’ perché questa cosa scritta che richiama l’orrore della guerra è la morte. Mi sarei aspettato una manifestazione forte, visibile. Koulibaly ad un certo punto ha indicato l’orecchio, come a dire ‘Io vi sento’. È mai possibile che l’arbitro sullo stesso campo non lo sente? Poi con la tecnologia oggi si può bloccare tutto in due giorni, ma non si vuole fare. Il Napoli ha risposto in campo con i due gol alla fine, almeno questo. Ma poi mi chiedo, Tameze in questi momenti come si sente? Questa gente dignità ne ha? Io mi sarei tolto la maglia e me ne sarei andato, non volendo rappresentare una tifoseria che rivolge dei ‘buu’ razzisti all’indirizzo di Osimhen e Koulibaly”.

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