L’ex Eraldo Pecci: “Il Napoli non molla. Spalletti  un grande  allenatore.  Osi decisivo”

Eraldo Pecci e la corsa scudetto delle ultime nove di campionato

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La bussola scudetto ha varie direzioni. Eraldo Pecci, un campionato vinto col Torino nel 1976, ne individua un paio senza escludere nessun orizzonte: il Milan ci crede, il Napoli ci spera, l’Inter è in corsa e la Juve ci prova. 

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Pecci, chi lo vince lo scudetto? «L’Inter, per esperienza e rosa, era la favorita, e forse lo è ancora, ma oggi chi sta meglio è il Milan che sta imparando anche a vincere le partite sporche e ha un calendario migliore. Se vince lo scudetto, fa un miracolo». 

Quindi chi è la favorita: il Milan o l’Inter, il Napoli o la Juve? «Ma non esistono favoriti e questo è il bello. È un campionato livellato verso il basso, si gioca ogni tre giorni, nessuno riesce ad avere continuità. Ci stiamo divertendo». 

Ha detto che l’Inter è la più forte. «Lo penso davvero. Guardo la rosa, leggo i nomi. Ha appena vinto uno scudetto, hanno un buon gruppo, una difesa solida, ma gli ultimi risultati mi hanno sorpreso. Oggi è il Milan la più in forma del campionato. Non ha la stessa qualità dell’Inter, ma è la squadra cresciuta di più. Ricordate com’era partita? Maignan era una incognita e si è rivelato un leader, Kjaer si è infortunato e ha scoperto Kalulu. Per me, a prescindere, meriterà il voto più alto del campionato». 

Ha detto che il Milan ha il calendario più facile. « Sì, ma quello vale relativamente. Oggi si perdono punti con tutti, vedi l’Atalanta che per poco non rischia in casa col Genoa. Di sicuro, a poche giornate dalla fine, un pareggio non vale più un punto ma due persi. Ne sa qualcosa l’Inter…». 

I 7 punti della Juve dal Milan sono troppi? «No, la Juve può anche rientrare, ma poi c’è l’Inter che deve recuperare una partita e il Napoli che non molla e ha un bravissimo allenatore. Ci sono troppe squadre, ma questo non vuol dire che la Juve non possa crederci. Mal che vada, avrà salvato una stagione. Non dimentico una scena».

Quale?  «I calciatori che si abbracciavano a Bologna lo scorso anno per la conquista del quarto posto, un’immagine che mi fece quasi tenerezza. Quest’anno la Juve rischiava di finire addirittura peggio, un mese e mezzo fa era tagliata fuori da tutto, e invece il corto muso di Allegri sta dando i suoi frutti».

Quanto ha inciso l’arrivo di Vlahovic?  «Da solo ha cambiato la squadra, è aumentata la fiducia del gruppo, tutti sono cresciuti, vedi Arthur o Morata, addirittura si riesce anche a non parlare del problema Dybala. La Juve è in un buon momento ma non è fortissima, sta vincendo ma non ti dà l’impressione di essere imbattibile, te la puoi sempre giocare e non mi sorprenderebbero altri pareggi». 

Tra qualche settimana ci sarà Juventus-Inter. «Un mese fa avrei puntato sull’Inter, ora se la giocano. Speriamo che i calciatori diano una mano all’arbitro senza fare polemiche». 

Si riferisce a qualche episodio in particolare? «Parlo della differenza con gli altri campionati. In Italia i calciatori cadono troppo spesso, non se la giocano fino in fondo, cercano le scappatoie, ci sono 3-4 cascatori in ogni squadra che frenano la crescita del gruppo. Non è con questi atteggiamenti che si tornerà a vincere in Europa».

Chi sarà l’allenatore decisivo per lo scudetto? «Avvertivamo la mancanza di Spalletti, Mourinho e Allegri, Inzaghi sta facendo bene il primo anno all’Inter, sta crescendo la Lazio di Sarri…». 

Ma? «Non parlerei di fattore allenatore per lo scudetto. Un allenatore è bravo coi piccoli. Quando alleni giocatori che guadagnano 5-10 milioni all’anno devi solo pensare a non fare danni. Lo scudetto lo vinceranno i calciatori». 

Riproviamoci: chi saranno i calciatori-scudetto?  «Lautaro e Dzeko, da 5 in pagella col Torino, restano la miglior coppia d’attacco. E poi, oltre a Vlahovic, c’è Osimhen, che sta dimostrando di essere molto forte».

Fonte: F. Tarantino (Cds)

 

 

 

 

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