Supernews ha intervistato Fabiano Santacroce, ex calciatore di Napoli, Parma, Brescia. Dopo una carriera coronata anche dalla convocazione nella Nazionale maggiore guidata allora da Marcello Lippi, ha deciso di appendere le scarpette al chiodo ma di restare nel mondo del calcio. Santacroce ci ha parlato della società di scouting che ha fondato con Luca Di Mattia ma non solo. L’ex difensore ci ha rivelato il suo sogno nel cassetto e ha fatto il suo pronostico sulla lotta Scudetto.
Fabiano, passato e presente sui campi di calcio ma con ruoli diversi. Com’è nata l’idea della tua agenzia, la IDV Management?
“La IDV Management è nata in strada, con precisione in un bar del Vomero (Napoli – ndr) mentre parlavamo io e il mio buon amico e ora socio Luca Di Mattia. È nata in un mio momento di difficoltà, avevo appena preso la decisione di smettere e, parlando del più e del meno, abbiamo tirato fuori tutte le difficoltà che si trovano nel tragitto per diventare un giocatore e quelle che si trovano poi quando lo si diventa. Luca era un giocatore molto molto forte che ho avuto il piacere di incontrare nelle giovanili del Como. Vi basti sapere che io all’epoca non giocavo e restavo in panchina perché lui era giustamente un titolare inamovibile e, avendo il suo stesso ruolo, mi era impossibile giocare. Luca non è stato seguito nella maniera giusta ed ha affrontato da solo un percorso lungo e molto difficile, finendo per giocare nel campionato dilettanti. Io invece ho avuto più “fortuna”, nel senso che sono stato molto bravo mentalmente a superare tanti ostacoli da solo, ma poi ne ho trovati tanti altri una volta arrivato in grandi piazze. Abbiamo unito le esperienze di entrambi, sia positive che negative, e abbiamo capito che per i giocatori servirebbero figure di riferimento con le quali ci possa essere un qualcosa in più del semplice e banale rapporto che si instaura con le persone che lavorano nel mondo calcistico. Da questa base è nato il pensiero IDV, che sta per Integrità, Dedizione e Valori. Queste sono qualità importanti che dovrebbero esserci nel calcio e in chi ci lavora. Ora dietro a IDV ci sono ben 11 persone: 2 procuratori FIGC, che si occupano delle procure, di tutelare i giocatori e di trattare con le squadre; 4 osservatori in Italia che ci danno una mano nelle prime segnalazioni; 4 osservatori esteri (tutti ex compagni con il quale ho tenuto ottimo rapporti); 1 responsabile dell’area marketing che si occupa di creare interazioni commerciali con le squadre e 1a coordinatrice che ci aiuta a svolgere tutto e nei tempi giusti”.
Immagino che incontrerai tanti ragazzi che sognano di diventare calciatori. Nella tua attività di scouting scegli i giovani talenti solo in base alle loro qualità tecniche oppure cerchi un particolare, magari affidandoti all’istinto?
“Incontriamo tantissimi ragazzini che cercano di immergersi in questo mondo e cerchiamo di vederne il più possibile per permettere una chance a chiunque, perché il calcio deve essere di tutti, più o meno fortunati. Nella ricerca ci affidiamo molto all’istinto e alle sensazioni che danno i ragazzi. Non è semplice, cerchiamo spesso di imparare da osservatori più esperti e di sentire qualsiasi tipo di pensiero calcistico. Ovviamente ci facciamo sempre un’idea personale. Pensiamo che le qualità tecniche e tattiche si possano sempre imparare, quindi diamo molta più importanza all’aspetto caratteriale”.
Quali sono i consigli che dai ai giovani calciatori?”Ogni giocatore riceve ovviamente un consiglio diverso. Il mio pensiero è quello di cercare di costruire un percorso diverso per ognuno, a seconda delle capacità mentali e fisiche, quindi con una personalizzazione del lavoro e del modo di lavorare. Un errore comune è proprio quello di far lavorare o trattare tutti nella stessa maniera. Ogni ragazzo ha un proprio carattere e un proprio modo di agire, quindi bisogna adattarsi per cercare di tirare fuori il meglio da ognuno di loro, ma sempre con “carota e bastone”.
Oltre alla IDV Management hai altri progetti in cantiere?
“Ho intenzione di dedicarmi esclusivamente a questo, ovviamente cercando di migliorarmi. Attualmente sto studiando per conseguire il patentino da procuratore e in futuro ho intenzione di prendere anche quello da osservatore. Mi piace migliorare e soprattutto mi piacerebbe avere una visione completa del calcio, a 360 gradi, su tutti i ruoli fondamentali del movimento calcistico. Non ero un calciatore forte da giovane ma sono riuscito a diventarlo, perché sono molto testardo e perché ho sempre cercato di “rubare” le qualità che avevano i grandi calciatori con cui ho giocato”.
Se potessi tornare indietro nel tempo, c’è una cosa in ambito sportivo che non rifaresti?
“Sì, probabilmente è legato a quello che ha condizionato la mia carriera, quindi il mio ginocchio. Non ho saputo affrontare bene quella difficoltà mentale e fisica e tutt’ora mi ritrovo un ginocchio che non piego oltre i 90 gradi. L’infortunio ha sicuramente cambiato quello che era un percorso ben più ambizioso”.
Hai un sogno nel cassetto? Se sì, puoi svelarcelo?
“Il mio sogno è quello di riuscire a portare questa società ai massimi livelli ma sempre cercando di lavorare nella stessa maniera, più come fratelli maggiori per i ragazzi che come “addetti ai lavori”.
Parlando dell’attuale stagione, chi vedi favorito nella lotta Scudetto?
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