Come se ogni tanto si rimandasse in scena una replica. Nonostante sia “storicamente” provato, ultimamente avviene ancor più spesso. Il Napoli, inutile nasconderlo, manca sempre gli appuntamenti più importanti. Questione di personalità, mancanza di abitudine al vertice e alla vittoria di chi va in campo, difetto di mentalità, tutto giusto e vero, ma anche colpa della società. Il club non ha ancora fatto l’indispensabile salto di qualità. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.
“Come rivedere un film che non ti è piaciuto. E se parliamo di cinema non si può lasciar fuori dal discorso il patron Aurelio De Laurentiis. Perché se questa squadra cambia allenatori ma il risultato non si scosta di molto bisogna porsi degli interrogativi. Per fare l’ultimo step sul piano della qualità e dei risultati serve una crescita armoniosa di ogni componente. La gestione monocratica e accentratrice del presidente alla fine non ha fatto crescere altre figure dirigenziali importanti. Perché – e questo lo sottolinea anche Spalletti, il più aziendalista degli allenatori – per vincere e battere una concorrenza agguerrita serve la cura di ogni particolare, a qualsiasi livello. E ancora da questo punto di vista c’è molto da lavorare”.