Domenica al Maradona, Napoli/Milan sarà sfida scudetto. La storia si ripete. Nelle stagioni di Diego e del trio d’Olanda era accaduto realmente due volte. Nell’88 la spuntò il Milan, nel 90 il Napoli. Quella del 1° maggio dell’88 fu la partita più triste del meraviglioso ciclo azzurro. La squadra, guidata da Bianchi, era in testa alla vigilia del match ma viveva una fase grigia. Per problemi fisici, secondo gli azzurri dell’epoca. Per le tensioni che vi erano con il tecnico, secondo altre letture. La rivolta contro Bianchi, ufficializzata in un comunicato della squadra poi smentito dalla stessa, provocò la partenza di Garella, Ferrario, Bagni e Giordano, quattro uomini che erano stati decisivi per lo scudetto dell’87.
Nel 1990, anno del secondo ed ultimo scudetto del Napoli, la sfida non si risolse con uno scontro diretto come nell’88. Per Sacchi e i suoi, risultò decisivo il 2-0 assegnato a tavolino al Napoli per il caso-Alemao. Sul campo, la settimana successiva il Napoli trionfò a Bologna e il Milan crollò nella fatal Verona, dove perse la partita e la faccia, con tre espulsi (Rijkaard, Costacurta e Van Basten) oltre a Sacchi. Nei ricordi di quel finale di campionato i rossoneri tirano fuori la storia di Bergamo e l’arbitraggio di Lo Bello a Verona, il figlio d’arte considerato vicino al Napoli. Dimenticano, però, il particolare dello sputo di Rijkaard verso il direttore di gara: come si poteva tollerarlo? Il potente Milan ovviamente non riuscì a cambiare la classifica, ma spinse la Federazione ad abolire il 2-0 a tavolino e un anno dopo, quando diventò ct della Nazionale, Sacchi ristrutturò lo staff medico escludendo il massaggiatore del Napoli, Carmando. La sua colpa? Aver soccorso Alemao sul campo di Bergamo.
Nel 1990, anno del secondo ed ultimo scudetto del Napoli, la sfida non si risolse con uno scontro diretto come nell’88. Per Sacchi e i suoi, risultò decisivo il 2-0 assegnato a tavolino al Napoli per il caso-Alemao. Sul campo, la settimana successiva il Napoli trionfò a Bologna e il Milan crollò nella fatal Verona, dove perse la partita e la faccia, con tre espulsi (Rijkaard, Costacurta e Van Basten) oltre a Sacchi. Nei ricordi di quel finale di campionato i rossoneri tirano fuori la storia di Bergamo e l’arbitraggio di Lo Bello a Verona, il figlio d’arte considerato vicino al Napoli. Dimenticano, però, il particolare dello sputo di Rijkaard verso il direttore di gara: come si poteva tollerarlo? Il potente Milan ovviamente non riuscì a cambiare la classifica, ma spinse la Federazione ad abolire il 2-0 a tavolino e un anno dopo, quando diventò ct della Nazionale, Sacchi ristrutturò lo staff medico escludendo il massaggiatore del Napoli, Carmando. La sua colpa? Aver soccorso Alemao sul campo di Bergamo.
F. De Luca, Il Mattino