“RoboCop” Di Lorenzo: “Contro il Barcellona ci vorrà più coraggio del match del “Camp Nou” “
Il terzino ex Empoli: "Difea a tre o a 4? Per me non fa differenza"
RoboCop è caduto, si è fatto un giretto in infermeria, ha avvertito per un po’ dolori al capo, poi si è ricomposto, si è alzato e si è già messo a correre: 34 partite su 34, appena 63 minuti persi per strada – tutta colpa di una gomitata involontariamente perfida – non possono frenare un uomo che in realtà sembra una perfetta macchina da guerra dinnanzi alla partita che si sogna da fanciullo. E per tutti quelli che l’hanno votato come giocatore del mese di gennaio, tra i calciatori del Napoli, RoboCop non può certo tirarsi indietro stavolta, contro il Barcellona: a destra, servirà un uomo pronto a tutto.
Di Lorenzo, come sta? «Il colpo l’ho avvertito, diciamo che non vedevo bene ed ho smarrito un pizzico di lucidità, è stato necessario fermarsi. Ma sono qua, pronto per la sfida. Siamo carichi, finalmente ritroviamo il pubblico e non vediamo l’ora di scendere in campo».
Dalla difesa a tre a quella a quattro, sembra: che differenza c’è? «Nessuna. Mi va bene qualsiasi modulo. Ci aspetta una gara complicata, piena di duelli: li accetteremo per limitare le loro qualità. Vogliamo vincere e soluzioni alternative non ne esistono. Bisognerà essere lucidi e rimanere se stessi: le qualità non ci mancano».
Ha pensato all’ipotesi rigori? «Ci alleniamo sempre ma speriamo di riuscire a battere il Barcellona prima, senza arrivare agli undici metri. E comunque, se ci dovesse essere la possibilità, mi piacerebbe batterne uno».
Come si affronta il Barça? «Abbiamo visto all’andata, hanno questo possesso che costringe ad abbassarti. Dovremmo essere più coraggiosi ed aggressivi, mettendo in campo le nostre armi. Ci aspetta una gara complicata, contro un club che avrà undici titolari di spessore e panchinari – chiamiamoli così – capaci di cambiare l’inerzia della gara con una giocata».
E un’area di rigore, quella spagnola, da riempire. «Dobbiamo essere propositivi, vogliamo andare agli ottavi. Un po’ li conosciamo, sono bravi nelle uscite dal basso, ma bisognerà rischiare. E’ una partita secca. Sarà come una finale e noi inseguiamo il desiderio di fare un grosso regalo ai quarantamila che ci staranno al fianco».
In settantadue ore, prima il Barcellona e poi la Lazio. «Si procede un passo alla volta. Siamo coscienti delle insidie ma queste sono le serate che i calciatori vogliono vivere. Non pensiamo alla pressione ma semplicemente a giocarla e poi per me ogni sfida è decisiva. Ma per il momento la testa è esclusivamente proiettata sull’Europa League. Il campionato verrà dopo».
Fonte: A. Giordano (Cds)