Il Cds vota gli azzurri: Di Lorenzo “annulla” Perisic. Insigne, di potenza dal dischetto
Secondo le pagelle del CdS, male Mario Rui e Zielinski. Molto bene il duo difensivo K2 e Rrahamani
Il Napoli pareggia lo scontro diretto contro l’Inter per 1-1, sfiorando anche il successo e anche il tanto atteso sorpasso. Eppure azzurri in vantaggio su rigore, che il VAR vede e lo segnala a Doveri, Insigne segna dal dischetto. La partita si mette secondo i piani di Spalletti, difesa compatta e ripartenze, ma manca il raddoppio. Palo con Zielinski e la mira non precisa di Osimhen. Ad inizio ripresa arriva il pari dei nerazzurri, Dzeko sfrutta l’involontario assist di Di Lorenzo e batte Ospina. Poi sale in cattedra Handanovic che para su Osimhen e su Elmas. Alla fine finisce in parità ma c’è un pizzico di rammarico in casa partenopea, per aver sfiorato un successo che ai punti avrebbero meritato di vincere. Secondo le pagelle del CdS, male Mario Rui e Zielinski. Molto bene il duo difensivo K2 e Rrahamani.
Spalletti (all.) 7 – Ha più occasioni e può rimpiangere, alla distanza, una presenza con minor personalità, mai senza coraggio. Resta aggrappato al sogno, sapendo che la bellezza resta invariata.
Ospina 6 – Il lavoro ordinario, perché l’Inter arriva dalle sue parti – seriamente – una sola volta e gli consegna un dolcetto da assaggiare. Su Dzeko, può solo evitare di bruciarsi.
Di Lorenzo 6,5 –Il duello più bello della giornata è quello che avvia con Perisic, con momenti che sono suoi e che racchiudono la sintesi di un’evoluzione. L’assist per Dzeko è fortuito e diventa la macchia che si porta un po’ appresso.
Rrahmani 6,5 –La finta in apertura è stilisticamente da «ohhhh», l’ammirazione d’uno stadio che gli riconosce ora pure le stimmate del leader calmo. Dzeko lo lascia inchiodato sul terreno.
Koulibaly 6,5 –L’applauso del Maradona è emozionante ma poi ci sono i fusi orari da smaltire: ne sbaglia quattro di seguito, non è da lui, e sono errori che creano un pizzico di ansia. Ma è prodigioso su Dumfries (12’ st) con una scivolata vale un gol e poi torna ad essere il Comandante.
Mario Rui 5,5 –Il «professore» (cit. Spalletti) si presenta con un colpo di tacco e poi è copstretto a soffrire come un disperato, perché Dumfries gli prende il campo nelle profondità.
Fabian Ruiz 6 –Si limita al lavoro sporco ma tutto ciò che non si vede – pure quello – è nelle sue corde. Nella costruzione viene soffocato da Calhanoglu che diventa uno schermo ma ma lui è negli appoggi.
Anguissa (29’ st) 6 –Il senso della posizione ma una consistenza che implode, in attesa di smaltire le fatiche della Coppa d’Africa.
Lobotka 6,5 –Ha tratti di genialità assoluta, una padronanza tecnica e tattica che illumina i momenti più scabrosi: dategli un pallone, vi rivolterà le sensazioni dell’anima. Nella ripresa, Barella gli sottrae le idee e lo costringe a fare un passo indietro.
Politano 6 –Con la cera delle serate più invitanti, è nella partita, la vive, incide e però deve arrendersi imprecando alla luna, dopo aver riempito appena mezzo primo tempo.
Elmas (26’ st) 5 –Con le sue caratteristiche dovrebbe accomodare il copione, adattandolo ad esigenze nuove e (forse) inaspettate. E invece non riesce a calarsi nella parte, non copre e non va, sfiora il raddoppio ma è uno spunto che rimane lì.
Zielinski 5,5 –È il “carceriere” di Brozovic e pazienza se devo sottrarre qualcosa a se stesso. Eppure (12’) va a prendere un palo clamoroso, che però rappresenta sempre un dettaglio rispetto al talento che ha.
Juan Jesus (39’ st) sv –Per sistemarsi a tre, per dotarsi di muscoli ed esplosività.
Insigne 7 –Quanto pesa quel pallone, ragazzo? Sono centosedici, però queste sono statistiche, e comunque va oltre Maradona: ma corre, copre, taglia, insegue la favola, da portarsi a Toronto.
Ounas (39’ st) sv –Briciole che non può sgranocchiare.
Osimhen 6 –Il rigore lo strappa con l’anticipo e la sciocchezza di De Vrij. E’ una furia, che però va a sbattere poi nel momento delle scelte, mai decisive come sa essere in genere, anche perché Handanovic sta lì.
Mertens (39’ st) sv –Forse, non tocca il pallone. E’ una colpa che gli va riconosciuta.
A. Giordano (Cds)