C. Ferlaino: “Napoli che sfida Milano? Come ai vecchi tempi ma occhio ai fattori esterni”
Napoli-Inter secondo l'ex presidente degli scudetti Ferlaino
Sembra quasi la storia di un tempo ormai lontano e invece, in questo Terzo Millennio, quasi tutto è come prima: pare d’essersi immersi in quei fantastici anni ‘80, la Milano da bere e quel Napoli da sorseggiare con dosi massicce, perché di un’epoca irripetibile non si butta via niente. E rileggendo l’albo d’oro, ondeggiando nella magìa d’un quadriennio – dall’87 al ‘90 – riemerge quel conflitto «economicamente» stridente, quasi surreale, ch’è ricomparso ora, prepotentemente, tra due universi così lontani eppure straordinariamente vicini. La classifica è lo specchio dell’anima di questo calcio contemporaneo, la rappresentazione scenica di filosofie eguali eppure distanti, la diversità dei progetti che però diventano simili, persino affini: non si diventa comproprietari d’un sogno, in questo letto a tre piazze, casualmente. Quando sabato sera comincerà una sfida che trascina indietro nella nebbia della memoria, Corrado Ferlaino, il papà degli scudetti del Napoli, avrà modo di ritrovare se stesso, avvertirà l’energia di quelle torride stagioni attraversate con le iperboli che gli offriva Diego Armando Maradona, ripenserà a quelle notti prima favolistiche e poi favolose in cui sentì accarezzarsi dalla storia, prima d’esserne gioiosamente travolto. E tenterà di capire se in quei 90′ che rappresentano anche la sintesi d’un vissuto, c’è la sensazione che in Napoli-Inter ci sia un passato che risplenda fino ad illuminare il domani.
Trentacinque anni dopo, ingegnere, non è cambiato (quasi) niente. «Napoli che sfida le due Milano è proprio un gran bel revival. Possiamo soltanto sperare nell’epilogo giusto».
Lei contrastò il potere economico e industriale con Maradona. «Con una squadra evidente fortissima e però anche con una strategia necessaria, a quel tempo, sotto il profilo, diciamo così, politico. Io ho sempre paura nei fattori esterni».
Ogni riferimento è puramente voluto. «Il Napoli quattro anni fa era in corsa per lo scudetto, poteva vincerlo e comunque giocarselo se non ci fosse stata quella Inter-Juventus e quella decisione di Orsato. Ora mi capita di leggere anche che a decidere quella stagione fu la sconfitta di Firenze: e mi viene da ridere, perché immagino cosa fu per i ragazzi l’immagine di quel contatto sul quale l’arbitro sorvolò e come scesero in campo, nel successivo pomeriggio. Per me, erano stotto shock».
Non si fa dietrologia, ingegnere… «Non ne faccio ma mi preoccupo egualmente. Non sono malpensante, ho vissuto il calcio. Ne sto fuori da troppo e non so come procedano adesso le vicende. Mi dica lei: c’è qualcosa di nuovo?».
Fondamentalmente, no. Le polemiche sulla sudditanza, il Var che una volta si intepreta in un modo ed in altre in quello opposto. «Soltanto io sono rimasto eguale a me stesso: vedo il primo tempo e al secondo spengo la tv e me ne vado in giro o a piedi o con la macchina. C’è anche la terza opzione: leggermi un libro. E comunque aspetto che la partita sia finita, in genere mi concedo anche un largo recupero, e vado a riaccendere il televisore. Ne ho tre, uno porta bene e gli altri due mi hanno dato alcune brutte notizie: indovini lei quale vado ad azionare».
Il Napoli, il Milan e l’Inter dell’era Ferlaino. «Mi faceva paura Berlusconi ma soprattutto i suoi olandesi, probabilmente i calciatori più vicini a Maradona. Dicevano che messi assieme, Gullit e Van Basten potessero «pareggiare» Diego: io non ci ho mai creduto. Ma intanto il Milan era fortissimo».
L’Inter tedesco, di Trapattoni e dei record, non era poi così male. «Però se mi avessero chiesto di scegliere il pericolo da evitare io mi sarei buttato sui rossoneri».
E oggi, standosene sul divano? «Per valore, l’Inter: è squadra di qualità, è reduce dalla vittoria del campionato, ha ampiezza d’organico. Non so se sia la favorita, anche se quella partita da recuperare rappresenta una condizione di presunto vantaggio. Ma se sabato sera finisce come sogno…».
Chi la deciderà? «Se non mi date del blasfemo, e non lo sono, direi Nostro Signore».
E tra gli esseri umani? «Chiunque, non avrò preferenze. C’è un tipo piccoletto, è belga, fa sempre gol….».
Le piace Mertens, quindi: 35 anni a maggio, lei gli rinnoverebbe il contratto? «Conosce il calcio, finge di essere falso nueve semplicemente per evitare quelli grandi, belli e grossi. Li frega con l’astuzia. E sulla sua vicenda personale, è giusto che si esprima De Laurentiis e non io. Sappia una cosa: il tifoso Ferlaino non è obiettivo e dunque immagini poi con uno che ha segnato quasi 150 reti come mi comporterei».
Da lucido irrazionale, allora, si esprima su Insigne. «E’ andata secondo natura: da una parte c’è una società che non può andare oltre certi limiti, o non vuole, e dunque tiene la propria offerta bassa; dall’altra c’è un giocatore che ha la possibilità di strappare così tanti soldi da non crederci. Sono le leggi del mercato, non c’è da scandalizzarsi, né da fare del moralismo».
Il dirigente Ferlaino cosa pensa di De Laurentiis? «Che se lotti per lo scudetto ed hai i bilanci in regola come li ha il Napoli non ci sono appunti da muovere».
E il tifoso Ferlaino se gli chiedessero su Spalletti come si esprimerebbe? «Che ha fuso la sua anima con quella della squadra. Il Napoli diverte, gioca bene, è diventata l’antagonista principale dell’Inter. Che vuole chiedere di più ad un allenatore».
Cos’altro aggiungere a questa stagione? «Il Napoli è vivo, è protagonista, a me va bene così. Io delle avversarie mi interesso poco, mi bastano le vittorie della squadra di Spalletti. Ha avuto un periodo difficilissimo, ne è uscito con maestria, perché le disavventure sono state tante e si sono sommate. I pronostici non si possono fare, adesso ancor meno che prima: il Covid incide, perché puoi svegliarti e ritrovarti con un paio di calciatori contagiati. Come fai a prevedere il senso di una gara, facile o difficile che sia, in presenza di un fattore del genere?».
A proposito: e la Juve come è messa secondo lei. Andrà considerata in corsa, alla luce anche degli acquisti? «Non fa in tempo a rientrare per lo scudetto. Però secondo me ce la farà per la Champions. Il titolo è un affare a tre, forse a due, perché Inter e Napoli sono avanti alle altre. E sabato se ne decide un pezzettino, non tutto, perché poi ne restano ancora parecchie».
Fonte: A. Giordano (CdS)