Ha la maschera, ma non è Carnevale nella città del Carnevale. E lascia il segno, non quello di Zorro, ma quello di Osimhen, poi una S. Perché il gol ha una dedica speciale, per la fidanzata senza nome perché lui della vita privata non dice nulla a nessuno. È saltato tra Ebuehi e Caldara e di testa ha preso in contropiede Lezzerini e ha dato la prova di cosa è il coraggio: è balzato di testa, ha colpito il pallone proprio con quella parte del corpo martoriata da una frattura dolorosissima. Osimhen è tornato. La partita era complicata, ma mister 80 milioni è lì proprio per risolvere le rogne. Il centravanti post-moderno: è un eroe dell’area capace di segnare in tutti i modi, potente ma veloce, scattante e forzuto. Ma è anche uno che sa come emozionare, divertire, rovesciare partite e destini. Quando c’è lui, il Napoli vince. È un talismano che parla inglese, con l’italiano fa ancora fatica. Eppure a Castel Volturno scherza. E non poco. Mertens lo ha incoronato suo successore: non c’è un gesto di Dries che nasconda gelosia. Gli spiega come giocare, avverte Spalletti che vuole uscire, insomma un tutor. Sabato il destino lo riporta ancora una volta al cospetto dell’Inter, proprio l’avversaria che gli ha cambiato il destino di questa stagione.
Il Mattino