Si è accasciato a terra mentre si stava allenando con i suoi compagni di squadra della Folgore Maiano sul campo di calcio dello stadio comunale di San Castrese. È morto così Asare Seth Seare, trentasei anni, nativo del Ghana,da anni immigrato a Sessa Aurunca. Con ogni probabilità, a stroncarlo è stato un infarto anche se sarà l’esame autoptico a stabilire con esattezza le cause dell’accaduto. Tutti i tentativi di soccorrere Asare, operati prima dai compagni di squadra e poi dal personale sanitario di un’ambulanza immediatamente avvisata e giunta sul posto, insieme agli agenti del commissariato di polizia si Sessa Aurunca, si sono rivelati inutili. I medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
La Folgore Maiano era impegnata nell’allenamento di rifinitura in vista della partita contro lo United Minturno valida per il campionato di Terza Categoria di calcio e in programma nel pomeriggio di oggi sul terreno dello stadio di San Castrese. Asare giocava come mediano e il calcio era la sua passione, il suo hobby più amato al quale dedicava tutto il suo tempo libero. Anche perché, come hanno ricordato in uno struggente messaggio i dirigenti della Folgore Maiano, sul prato verde inseguendo un pallone insieme ai suoi compagni di squadra, poteva condividere e realizzare i sogni di libertà e integrazione che lo avevano spinto a lasciare il Ghana, dove lascia moglie e figli, per cercare lavoro e fortuna in Italia.
La tragica morte di Asare ha suscitato sentimenti di sgomento e profonda tristezza nell’intera comunità di Sessa Aurunca. In modo particolare presso la cooperativa sociale «Al di là dei sogni», realizzata su beni confiscati alla criminalità organizzata, dove il 36enne immigrato lavorava.
Commovente il ricordo degli amici e colleghi della cooperativa, affidate alle pagine social, per ricordarne la serenità d’animo, lo spirito di sacrificio, la presenza continua e rassicurante: «Un immane lutto ha travolto la famiglia della cooperativa, Assare se n’è andato all’improvviso. Non era solo un pilastro della cooperativa, ma di tutta la comunità. Tutt’appost?. Era la sua domanda appena vedeva qualcuno, in perfetto dialetto e sempre con il sorriso ad illuminargli il volto. Aveva attraversato ostacoli terribili, la migrazione, eppure sorrideva sempre, mai un attimo di sconforto», si legge nel commovente messaggio di addio degli amici della cooperativa.
Fonte: Il Mattino