Sembra un anticipato scherzo di Carnevale, di certo al ridicolo non c’è mai fine. La rivista inglese Four Four Two (4-4-2) ha stilato la classifica dei 50 calciatori più influenti di tutti i tempi e clamorosamente nella top ten non ci sono i più grandi di sempre: Pelé e Maradona, in ordine cronologico.
Il discutibile criterio adottato per la graduatoria sarebbe questo: quanto un calciatore ha inciso nei cambiamenti di questo sport. Nessuno più di Pelé e Maradona, ma non per la redazione di Four Four Two, che ha messo al primo posto Viv Anderson, primo calciatore di colore a indossare la maglia dell’Inghilterra in una partita giocata nel 1978. Nelle primissime posizioni (quarto) c’è Franco Baresi, capitano del grande Milan che negli anni Ottanta sfidò il Napoli di Maradona, perché ha cambiato l’interpretazione del ruolo del libero. Decimo il portiere argentino Amedeo Carrizo, il primo a giocare fuori dall’area.
E Maradona? Ventiseiesimo, “segnalato” perché fu tra i primi a proporre la rabona e perché seppe rialzarsi da numerose cadute, dagli infortuni alle squalifiche. E Pelé? Trentaseiesimo. Il calcio non è una scienza esatta ed è sempre oggetto di dibattiti. Ma ci sono verità che non possono essere messe in discussione. Maradona e Pelé – questo nel nostro personale ordine – hanno cambiato il calcio perché ne sono i primi riferimenti, senza voler ricordare cosa hanno vinto e quanto hanno inciso nella cultura popolare e nella diffusione dell’amore per questo sport, in particolare Diego. Cari colleghi di Four Four Two, non c’è classifica che tenga. F. De Luca (Il Mattino)