Gli restano semplicemente tre mesi e spiccioli, quindici partite di campionato e un’ Europa League ancora (tutta) da scoprire. L’ultima volta in cui, distribuendo cuoricini a uso e consumo della telecamera per la sua famiglia, Insigne riuscì a segnare su azione, fu l’11 maggio scorso. Cinque volte Insigne, ma sempre e solo rigore. Mentre già sembra s’avverta il rombo dei motori, Insigne decollerà nel proprio immaginario, che poi è quello collettivo, comincerà dal basso, diciamo così, accontentandosi di prenotare per il Napoli un volo per la prossima Champions League e poi, tenterà di afferrare quel brandello di drappo, verdebiancoerosso, che dista un po’, ma mica tanto. Ci sono segreti che non si confessano, si tengono adagiati dentro di sé, per evitare che si trasformino nel boomerang di un’illusione, e però Insigne crede che ancora sia possibile, lui come il Napoli addobbare, abbellire quest’anno e disegnare un arcobaleno al momento dell’addio.
CdS