Su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Gaetano Miccichè, vicepresidente del Palermo, ecco le sue parole: “Oggi ho avuto un bruttissimo risveglio, muore un grande amico con cui ho passato anni indimenticabili non solo nell’ambito calcistico, ma avevo instaurato anche un grandissimo rapporto personale. La figura di Zamparini è quasi irripetibile, chissà quanti decenni passeranno per trovare un presidente così emotivamente coinvolto, ha investito delle somme personali importanti. Difficile trovare qualcuno che porti la squadra a quei livelli: il Palermo che sfiora la Champions, che arriva in finale di Coppa Italia, che porta ai Mondiali cinque calciatori che giocano titolari in Nazionale. Ricordo sempre con emozione il giorno in cui Pastore arrivò al ritiro del Palermo, voluto prepotentemente da Zamparini e acquistato da Sabatini: allenamento nel pomeriggio, si vede già che ha qualcosa di particolare, Zamparini si commuove e si mette a piangere. Quella è stata una scena indimenticabile, un uomo che si commuove nel vedere il grande giocatore che lui aveva voluto fortemente. Peccato il Palermo non abbia raggiunto la Champions. Un anno la raggiungemmo pure, però nell’anno delle penalizzazioni al Milan venne tolto un punto in meno per evitare che ci andasse il Palermo in Champions. Zamparini era uno che si batteva per i diritti paritari, ricordo la lotta per i diritti televisivi perché lui voleva che i parametri fossero più equi, che venissero rispettate le società medio-piccole, come avviene in Inghilterra. Ho vissuto 13 anni a stretto contatto con il presidente Zamparini, oltre ad essere un rivoluzionario era anche un innovatore. L’avessero lasciato lavorare avrebbe portato solo benefici nel calcio. Poi era innamorato per le squadre del sud, sapete che amava tanto Napoli e il Napoli. Dybala fu molto vicino al vestire l’azzurro, lo furono molti giocatori del Palermo. Anche Pastore, ci fu un momento in cui ce lo chiese il Napoli. Poi però la richiesta del PSG fu considerata obiettivamente migliore. Oggi per Dybala sarebbe importante andare in una squadra come il Napoli perché ha bisogno di calore umano, affetto, proprio quello che dà una società meridionale. Potessi parlare con Paulo gli consiglierei di andare al Napoli. Alla Juve non è rispettato, non è veramente amato, lui ha bisogno di tutt’altro ambiente. A Palermo era ‘u picciriddu, amato da tutta la città. Il pubblico lo adorava e faceva la differenza. Cosa che non accade a Torino, dove non è amato e rispettato come dovrebbe e che ritroverebbe se andasse al Napoli”.