Prof. Castellacci in merito al crociato: “Affrettare il recupero mette a rischio l’altro ginocchio”

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Il professor Enrico Castellacci, medico dello sport, è intervenuto durante Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio: “Non ho condiviso la scelta e l’ho detto chiaramente. Mi è sembrata fuori luogo: per entrare negli stadi ci vuole il Super Green Pass, tutto ciò che è stato detto servisse giustamente per riprendere la vita sociale. Non ho condiviso, mettere 5000 persone a San Siro fa sorridere, è tornare indietro come credibilità sia politica che sanitaria”.

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Che ne pensa della gestione protocolli sanitari in Serie A?
“Io avevo criticato i protocolli perché già diversi mesi fa li consideravo desueti. Mi domandavo come i vertici non cambiassero, ci saremmo ritrovati nella stessa situazione del Napoli-Juventus dei primordi, con tutto il malessere che ricordiamo. Si sapeva il valore giuridico e legale delle Asl, è stato un teatrino brutto e non simpatico. Si è evidenziato come le autorità competenti arrivino all’ultimo minuto a risolvere problemi che poteva fare in tavolo unico con Governo, Federazione e Lega. Cosa alla fine fatta, in un giorno”.

Ci vuole ancora cautela sui legamenti?
“Parlerò chiaramente, da ortopedico che ha fatto centinaia di questi interventi. Ho fatto gli auguri a Chiesa, ragazzo d’oro che mi è dispiaciuto aver perso per la Nazionale. A meno di rivoluzioni chirurgiche, l’intervento è sempre quello: è la guarigione fisiologica che ha tempi più lunghi di quanto si immagini. Anche un anno. In Italia, visto che per gli atleti è tanto, si è messo 6 mesi come termine prioritario, all’incirca. Per capirsi, si va a inficiare anche sull’altro ginocchio. C’è stato un momento in cui, qui, qualcuno ha voluto non rispettare questi tempi, portando a recidive anche su giocatori molto famosi. Sentivo che il chirurgo che ha operato Chiesa parla di 8-9 mesi: magari sarà prima ma mai accelerare troppo o si fa un danno”.

Questioni recidive: come lavorarci?
“Tra i nomi fatti (Zaniolo, Florenzi e Milik, ndr) c’è proprio chi ha avuto danni sull’altra parte. Chi ha una recidiva ha problemi in più: timore maggiore e quindi un recupero più difficile. I preparatori dedicano attenzione maggiore per dare stabilità all’articolazione: è più difficile ma quasi sempre abbiamo risultati ottimi”.

Avete dati a proposito dei danni del Covid sugli atleti?
“All’attenzione del Governo è stato portato il protocollo dei medici sportivi sul ritorno al gioco dopo il Covid. Intanto è stato semplificato, è molto più veloce: chi è asintomatico o pauci-sintomatico, dopo una settimana può già fare la visita d’idoneità se sotto ai 40 anni. Per chi ha avuto sintomi c’è da aspettare un mese, e a seconda degli esami fatti vengono fatti esami, con indagini più approfondite. Sappiamo che il Covid, se preso seriamente, può toccare molti altri organi”.

Secondo un medico si gioca davvero troppo?
“Non solo è realtà, è un allarme che io stesso ho lanciato a FIGC, leghe, UEFA e FIFA. Che si giochi troppo è indubbio ed è altrettanto vero che l’aspetto economico ha la meglio su quello sanitario: noi lanciamo l’allarme ma partiamo sconfitti. Infantino è un amico, ma se anche lui lancia la proposta del Mondiale ogni 2 anni per intensificare ancora di più tutto… Pensate che le Nazionali non hanno più amichevoli, significa non gestire giocatori intelligentemente con le società. L’usura è notevole e gli infortuni aumentano, lo stiamo vedendo. Senza parlare dei postumi che avranno costoro nel futuro alle articolazioni”.

Preoccupato per i playoff cui è attesa l’Italia?
“Siamo arrivati dietro alla Svizzera, mi ricorda purtroppo i tempi di Ventura quando rimanemmo a piedi, seppure fossimo dietro la Spagna. Aspettavamo le partite con grande trepidazione, immagino sia lo stesso per Mancini e i ragazzi. Sono preoccupato ma comunque fiducioso, abbiamo elementi validi e giovani, dietro siamo esperti e guidati da un ottimo ct. Il bello del calcio è anche rimanere in agitazione fino all’ultimo ma speriamo di arrivare al Mondiale. Sarebbe clamoroso il contrario”.

da TMW

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