Spalletti è uscito dalla “Comfort zone” e come un Ad si è conquistato i tifosi

Per Spalletti Napoli rappresenta il tour dell'anima

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Vestendosi da amministratore delegato, o semmai da Ceo che adesso fa più chic, Luciano Spalletti è uscito da quella (presunta) comfort zone ch’è la sua tenuta di Montaione, e lasciandosi alle spalle le viti si è tuffato in quell’inferno ch’era diventato Napoli: in una città anestetizzata o anche furente per essere uscita dalla Champions all’ultimo giro di roulette, pur avendo semplicemente tutto da guadagnare, c’era comunque il rischio di perdersi. Intorno, tra le macerie per aver tagliuzzato 50 milioni d’euro, ciò che trovò fu l’eco dolente del sospetto, il retro pensiero scomposto per chissà quale macchinazione e una squadra travolta dalla disaffezione collettiva. Per ricominciare, ed evitare qualsiasi equivoco, Spalletti ha cominciato a far largo uso di sé, della propria capacità dialettica, d’un linguaggio diretto e frontale incapace di spargere dubbi e poi di assorbire alibi, di trasmettere le proprie certezze, fossero anche racchiuse in sensazioni o in frasi ad effetto: «Io di questo Napoli sono innamorato perché mi rassomiglia. Comincia per me un tour dell’anima: dopo aver allenato a Roma, la capitale, è a Milano, la capitale economica, sto in questa città in cui calcio e religione si mescolano. E qui c’è stato il più forte calciatore di tutti i tempi». 

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Fonte: A. Giordano (CdS)

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