Massimo Morales, Allenatore: “La mia vita è principalmente calcio”

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A “1 Football Club”, Massimo Morales, allenatore e storico ex vice di Giovanni Trapattoni:

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“E’ un libro biografico. La mia vita è principalmente calcio, ma non ci sarà solo calcio. Ci sono momenti profondi della mia vita. Non è un libro solo per appassionati sportivi, ma per ogni tipo di lettore”.
Perchè il calcio italiano è così indietro?
“Perchè andiamo con una marcia in meno. In Italia abbiamo l’Atalanta e l’Inter che, dal punto di vista fisico, hanno certi ritmi ma le altre non mi sembrano a quel livello di intensità. Da tifoso neutrale a volte mi annoio. In Italia abbiamo mancanza d’unità d’intenti, che trovi invece in Inghilterra e Germania”.
La gestione dei settori giovanili.
“Si salvaguarda poco il prodotto italiano. Bisognerebbe avere un numero minimo di giocatori nati nel nostro paese. Si punta poco sui giovani e ripeto quanto dicono già in molti sul fatto che, nei settori giovanili, si punta di più sugli stranieri”.
Un commento sugli allenatori della Serie A attuale.
“L’Inter sta facendo bene. Conte ha vinto lo scudetto e Inzaghi continua a migliorare la squadra. Il Milan di Pioli gioca bene, anche ieri ha fatto vedere che attacca anche quando va in vantaggio. Poi c’è l’Atalanta che ormai la conosciamo tutti. Spendo una parola d’apprezzamento anche per Italiano e per il lavoro che sta facendo alla Fiorentina”.
Insigne ultima bandiera italiana che lascia.
“Scelta personale che va rispettata. Insigne è un ottimo giocatore ma, in Europa, non mi sembra che c’è chi gli abbia offerto le cifre che gli hanno offerto i canadesi, quindi credo abbia fatto bene il Napoli a non svenarsi. Dal punto di vista sportivo andrà ad abbassare il livello”.
Commento su Mourinho, Allegri e Spalletti.
“Spalletti sta facendo un ottimo lavoro, forse penalizzato dai tanti infortuni. Al Napoli fa bene l’allenatore ‘da campo’, senza quei discorsi che faceva all’Inter. Mourinho è stato per anni il mio idolo, ma quello di ora è superato: è la copia di se stesso. Non dà più quella carica. Allegri ha fatto vedere nella carriera di saper vincere quando ha grandi giocatori, ora è più difficile. Alla fine noi allenatori possiamo essere bravi o no, ma se non hai i grandi campioni fai sempre fatica”.
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