Sono due. Due volte che lo Spezia vince a Fuorigrotta. Stavolta rovina anche il brindisi di Natale. Il presidente prova a rincuorare tutti e invita Mertens, capitano di giornata e simbolo del gruppo, ad aprire la bottiglia ma lui nicchia. Resta seduto. E’ incavolato per la sostituzione con Petagna decisa da Spalletti alla fine del primo tempo, tanto da discuterne civilmente con l’allenatore proprio nel corso dell’intervallo, e per tirarlo su ci vogliono Ghoulam e i compagni. Auguri di Buon Natale a tutti: pace, bene e poi un cazziatone di squadra con i fiocchi firmato proprio da Ghoulam come a marzo al Mapei, dopo il 3-3 beccato all’ultimo secondo con il Sassuolo. Fuori tutti e via: «Non possiamo perdere partite così: siamo il Napoli! E’ solo colpa nostra». La flessione è evidente e il Napoli accusa il colpo. Alla base, di certo, il peccato originale: le assenze. A cominciare dalla notte di San Siro con l’Inter, fino al ko con i liguri, appunto. Assenze “lunghe”, brevi, da Covid. Cose di campo e di calcio moderno: incredibile serie ravvicinata di partite, impegni nazionali, calciatori contati e cali fisiologici. Tutto di conseguenza. Mentre sorprendenti continuano ad essere i cali di tensione: vecchio retaggio che sembrava dimenticato e che invece è tornato prepotente, tanto da innescare la rabbia di Ghoulam.
CdS