Insigne, incompreso e a Milano al massimo in panchina

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Forse andrà in panchina, ma non di più. L’impressione è che Insigne alzerà bandiera bianca e non partirà neppure questo pomeriggio. L’emergenza in casa Napoli continua, c’è poco da fare. La gara di domani è uno snodo fondamentale della stagione azzurra e l’assenza del capitano viene data praticamente per scontata. Stamane il verdetto. Contro l’Empoli ha stretto i denti e peggiorato la situazione. Troppo generoso. Ieri, intanto, è apparsa su Undici, una intervista rilasciata a ottobre, quando la rottura sul fronte del rinnovo non era ancora così netta. Si evince il suo sentirsi incompreso. «Qui la gente si è sempre aspettato tanto da me e io ho cercato di ricambiare, a volte ho avuto degli screzi con i tifosi e mi dispiace. Un capitano è un garante per le persone che amano la squadra, io credo di aver sempre assicurato che il Napoli non venisse meno all’impegno in campo. Ho un carattere particolare: so scherzare con tutti, ma all’inizio tengo le distanze. Per alcuni tifosi è superbia e sembra che me la voglia tirare, invece è solo un atteggiamento di difesa. Qualcuno non mi ha mai compreso al 100%, chi mi conosce davvero sa come sono fatto». Ora deve scegliere per il suo futuro. Il Toronto, chissà, forse l’Inter, ammesso che Marotta si faccia vivo sul serio.

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Il Mattino

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