Coppa d’Africa, per molti club un pugno nello stomaco, ma ci sono obblighi FIFA da rispettare

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La Coppa d’Africa si avvicina, e i punti interrogativi restano ancora molti. Uno su tutti quello per cui i giocatori africani partenti rischiano di contagiarsi per il diffondersi del Covid, e poi per il momento in cui si gioca, in pieno campionato, per cui i calciatori interessati potrebbero ritornare stanchi dalla competizione. Il Corriere dello Sport scrive in merito: “Per ora è in programma, ma in tanti vorrebbero farla saltare. La Coppa d’Africa è un pugno nello stomaco per i club europei che hanno tra le loro fila giocatori africani. Se non altro perché il torneo è stato rinviato dall’estate del 2021 a un momento della stagione pieno di partite (9 gennaio-6 febbraio 2022). E c’è il rischio, quindi, che molti possano tornare a ridosso di importanti impegni europei scarichi dopo le fatiche africane. Si parte, però, da un presupposto: si tratta di una competizione della FIFA e le società sono obbligate a lasciar partire i loro giocatori per il Camerun, dove quest’anno si giocherà la Coppa, che a differenza degli altri tornei continentali (Europeo, Coppa America, eccetera) si disputa ogni 2 anni. Ed è questo il dettaglio, non di poco conto, che fa da sempre ammattire i presidenti dei club italiani e non”.

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