Luciano Spalletti: “Cinquecentesima panchina? Io arriverò a mille”
Il tecnico del Napoli elogia la società Empoli e il collega Andreazzoli
Il 31 agosto del 1997 faceva (ovviamente) un caldo pazzesco, Luciano Spalletti si sedette sulla sua prima panchina di serie A e cominciò a guardare oltre: «E ora che ne faccio cinquecento, mi sembrano addirittura poche. Io sono sempre stato in campo, nella mia vita, e a questo punto voglio arrivare alla millesima, altrimenti non smetto. Peccato dover stare in tribuna, ho avuto una carriera quasi immacolata, pensavo bastasse un turno di squalifica e invece con amarezza prendo atto che è stato respinto il reclamo e accetto la decisione».
Il 31 agosto del 1997, forse neanche catapultandosi nel suo calcio, infarcendolo d’una sfarzosità che ancora s’avverte e riempie, Luciano Spalletti non avrebbe mai potuto sospettare, a 24 anni di distanza, che per festeggiare una ricorrenza a modo suo storica, il destino l’avrebbe sistemato di fronte al proprio passato, a quella gioventù che resiste all’usura e che nel suo Napoli è rappresentata dalla allegria d’un football che ormai vola alto pur negli apparentamenti dialettici.
«Mi rende felice questa squadra che fa emergere la propria anima kennediana, ragazzi che si mettono in discussione e si chiedono cosa possano mai fare per offrire il proprio aiuto, come giovedì sera. So che nessuno sottovaluterà questa gara, servirà una prestazione di rilievo, altrimenti sarà dura. Vanno fatti i complimenti a Corsi per la gestione del club e l’identità di cui l’ha dotato. Io ad Empoli ho casa, ci vive la mia mamma, e incontro Andreazzoli che ho avuto come collaboratore e dal quale ho imparato tanto. So quanto sia bravo, equilibrato e intelligente».
Fonte: A. Giordano (CdS)