Sven Goran Eriksson: “Gli infortuni pesano, alcuni calciatori hanno un peso specifico”

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«Nonostante il momento difficile, sono convinto che il Napoli resti una delle squadre favorite per lo scudetto». Dal suo buen retiro nella fredda Svezia, Sven Goran Eriksson segue tanto calcio, anche perché ha smesso di girare il mondo da qualche anno. E si concentra anche sugli azzurri, anche in vista dell’impegno contro il Leicester, squadra che ha allenato nel 2010-2011, prima dell’exploit degli ultimi anni.
Spalletti dovrà fare a meno di tanti calciatori. «Senza Insigne è veramente un problema. Insigne è un calciatore fortissimo, ormai consacrato in ambito internazionale. Poi, Koulibaly, Osimhen e tutti gli altri. Anche nelle grandissime squadre possono pesare gli infortuni».
Nelle grandi squadre ci sono rose ampie. Non basta? «Ci sono giocatori in una squadra che hanno un peso specifico ben diverso dagli altri, anche quando hai tanti calciatori a disposizione. Ci sono sempre degli uomini determinanti e se sono infortunati è sempre un problema da affrontare».
Il Napoli ha una panchina cortissima: la Coppa diventa un problema in queste condizioni? «L’Europa League non è la Champions. Attenzione, però: resta una competizione assolutamente importante. Stiamo parlando della seconda competizione continentale: si tratta di un titolo molto importante. Il Napoli ha il dovere di tentare di vincere questa competizione. Sarebbe estremamente importante per un’ulteriore crescita del club vincere una competizione del genere».
Che gara sarà quella con il Leicester? «Tosta. Ho già memorizzato l’orario della gara, non voglio assolutamente perderla».
La sua esperienza con il Leicester non è stata fortunatissima. «Ero in seconda divisione quando ho preso la guida tecnica del club. Stiamo parlando già di una buona società con la proprietà thailandese che aveva voglia di far bene ed investire. Bellissime persone: ebbi un grande dispiacere quando il patron morì in quell’incidente in elicottero. Il figlio ha la sua stessa passione. Devo essere onesto, però: quella per me fu una stagione infelice».
Quali fattori incisero? «Puntavamo al ritorno in Premier League. Ebbi poca fortuna, ma commisi anche diversi errori. Comprai qualche giocatore che, poi, si rivelò esser non adatto a quel progetto. Era giusto che andassi via dopo un anno e mezzo: era giusto che mi assumessi le conseguenze».
Poi, però, è arrivata la favola con Ranieri. «La proprietà thailandese è sempre stata estremamente solida ed appassionata. Quando hanno conquistato la Premier è stato incredibile, impensabile fino a qualche anno fa. Claudio fece un’impresa pazzesca: ero davvero felice nel vedere una vittoria così incredibile».
A proposito, Ranieri è tornato in panchina in Inghilterra. Cosa ne pensa? «Che stiamo parlando di un grandissimo tecnico e di un uomo fantastico. Mi sono convinto di una cosa, osservando il suo ritorno in Premier: Claudio non invecchierà mai! (ride, ndr)».
E in Serie A? Chi è il suo tecnico preferito? «In questa stagione ci sono tanti grandi allenatori. C’è Mourinho, poi ci sono anche Sarri, Allegri, Spalletti. Tanti ottimi tecnici che alzano il livello. Spero, però, che Simone Inzaghi faccia bene: siamo stati assieme 4 anni alla Lazio e gli voglio bene. Gli auguro di raggiungere i traguardi più importanti. Il campionato italiano sta diventando sempre più competitivo grazie a questi allenatori. Mi consenta, però un in bocca al lupo».
Prego. «Sono stato tanti anni alla Sampdoria: ho saputo delle vicissitudini che sta vivendo. Mi dispiace tantissimo. Faccio i miei migliori auguri al club perché possa superare in fretta questo momento delicato».

Factory della Comunicazione

M. Giordano (Il Mattino)

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