L’occasione c’è. E se non si tratta di prove di fuga, quantomeno, dopo la sconfitta del Milan a Firenze, si tratterebbe di allungare il passo. Luciano Spalletti dice di aver messo nel conto anche il Covid, d’altronde non è che può farci molto. «Siamo sereni. Che possano succedere cose all’ultimo momento fa parte delle difficoltà della stagione. Nessun dramma. Ma le difficoltà vanno affrontate, senza avere dubbi: noi puntiamo a obiettivi importanti, quindi quando ci sono delle difficoltà non ci si lamenta. Peraltro io non mi sono mai lamentato di niente in vent’anni. Sarebbe come dire alla squadra che non ce la possiamo fare da soli. I problemi non finiscono mai ma anche le soluzioni. O si ha il coraggio di affrontare le difficoltà o si dà spazio a chi non vede l’ora di affrontarle». Non è Ulisse, San Siro non è casa sua. Non è come il ritorno all’Olimpico. Però pensa di non meritare eventuali accoglienze ostili: «Il passato per me non è mai passato. Ho fatto quello che dovevo fare per il bene del gruppo, ho anche rimesso a nuovo la Pinetina. Non credo di meritare i fischi o gli insulti ma non credo neppure che questa partita sia una rivincita per me. Non ho nulla da dover dimostrare. Questa gara a è un passaggio importante per un’altra piccola felicità, magari non per la mia ma per tutte le persone che ci seguono. Abbiamo una città dietro che freme», spiega Spalletti. La gara non è decisiva, ma importantissima. «Non è decisiva, ovvio che non lo è, ma per noi è importantissima. Questo campionato è lunghissimo e all’improvviso può arrivarti la tranvata…».
Fa intendere che dubbi di formazioni per quest’oggi ne ha pochi. E si consegna nelle mani del comandante Koulibaly. «Non succederà nulla a San Siro, episodi come quello del 2018 non capiteranno mai più. D’altronde, i diversi sono quelli che si comportano da razzisti, non quelli che subiscono questi gesti. Koulibaly è tutto per noi, un leader anche quando non parla. Come lo era Sensini. Questa settimana è andato in scivolata e si è incastrato un piede, è rimasto col ginocchio sotto, ha sentito male, è rimasto a terra, si è fermato l’allenamento e in un attimo c’erano anche i magazzinieri intorno a lui. È uscito tre minuti dal campo e nessuno giocava». Sarà una gara spettacolo. Godiamocela.
Il Mattino