Mertens al Circolo Tennis: “Maradona sarà sempre con noi. Le Figarò? Napoli è una città stupenda”
L'attaccante del Napoli esalta gli acquisti estivi e parla delle prossime sfide degli azzurri
Quando Ciro Mertens entra in scena, c’è sistematicamente una parabola che va dritto all’incrocio dei pali o al cuore della gente: e mentre Inter-Napoli sta per cominciare, e per raccontare anche un’altra verità, lo “scugnizzo” che da Palazzo Donn’Anna quando si sveglia si lancia dentro una favola, palleggia con il sentimento d’una città ch’è la sua e la scalda.
«Stiamo facendo bene ed è arrivato qualche calciatore che ha alzato il livello tecnico della squadra». Ecco, l’indizio nella sua sincerità è nel riferimento ad Anguissa, il pilastro di un centrocampo che ha modificato la struttura e l’ha arricchita; e affinché ci fosse la prova provata delle proprie convinzioni, Mertens va oltre e invoca il sostegno di quella dea bendata che in passato, nei momenti decisivi, si è eclissata o ha voltato le spalle: «Ci saranno partite nelle quali, come si sa, è necessario poter avere l’aiuto della fortuna. Noi ci auguriamo che ci dia una mano e che ci permetta di poter poi festeggiare…». Chiarissimo.
UN FUMETTO
Nella sala affollata del Tennis Club, dove “Ciro” è anche un fumetto dei «I grandi calciatori del Napoli» (Raffaello Ragazzi, 142 pagine, 8,90 euro), c’è un mondo che si apre come nell’orizzonte mattutino di casa-Mertens, che entra in tackle su “le Figaro” e straccia quella definizione da “Terzo Mondo d’Europa” con una pennellata d’ammirazione:
«Io non ho neanche bisogno di parlare della bellezza di Napoli, tutti sanno cosa penso. Quando mi sveglio, vedo il mare, Capri, il sole. Il mio problema sarà come fare a tornare in Belgio. E non chiedetemi quando ci tornerò, perché posso soltanto dirvi il più tardi possibile».
Ma ci sono serate come questa in cui è legittimo rivelare (quasi) ogni cosa di sé, persino del proprio privato, ondeggiando tra il desiderio – confessato entrando tra la gente – di «far nascere il figlio a Napoli» e la pubblica riservatezza nell’evitare di svelare il nome dell’erede. «Io e Kat non l’abbiamo ancora scelto».
136 CIRO
Il re del gol è lui, senza se e pure senza ma, e comunque non c’è un capolavoro diverso o migliore dall’altro, perché persino qui è impossibile fare distinzioni tra le sue centotrentasei reti ed è impossibile scegliere quella preferita: «I gol sono tutti belli ed importanti». Tra un po’, ormai è questione di giorni, ricorrerà l’anniversario della scomparsa di Maradona, l’idolo di Napoli e quindi anche il suo, e Mertens, quando scopre che alla presentazione del libro c’è Hugo, il fratello del pibe de oro, prima gli fa le condoglianze e poi entra nel dettaglio del ricordo di un calciatore che ha affascinato (ovviamente) pure i suoi eredi, che vivono nel suo culto. «Diego sarà sempre vivo nello spogliatoio, a Napoli ed in tutto il mondo. Noi parliamo spesso di Maradona, leggiamo ciò che ha fatto per imparare tutto quello che si può di un uomo che ha fatto vincere questa città. Quando cammino in centro, ne avverto la presenza».
Fonte: A. Giordano (CdS)