De Laurentiis vuole portare a 70-80 milioni il monte degli stipendi. Ecco come
Ovviamente De Laurentiis, dando il maggior peso possibile agli incentivi, ovvero ai bonus legati ai risultati. Questa dinamica retributiva permette ai club d’ammortizzare i rischi e condividerli con i calciatori. E ciò aiuta a diluire l’imponente onere degli ingaggi. Insigne, che non ha solo la Mls e il Toronto alle calcagna, vuole uno stipendio base superiore agli attuali 4,6 milioni che percepisce dal 2017. Il Napoli non farà più un rinnovo a quelle cifre. I contratti d’oro dei giocatori sono solo un ricordo, c’è poco da fare. Chiaro che diverso può essere solo il discorso per Koulibaly: il Napoli non lo farà partire a zero, il suo cartellino vale almeno 70 milioni. È il calciatore che guadagna di più, ovvero 6 milioni. Quindi è evidente che qualcosa succederà da qui all’estate. De Laurentiis è convinto che bisogna ridurre drasticamente i costi, altrimenti si affonda. Accollandosi anche i rischi di impopolarità che la questione porterà con sé. Chi ha il contratto lungo è Spalletti, legato al Napoli fino al 2024 (come il ds Giuntoli), quindi senza dubbio uno di quelli che vanno coinvolti in ogni scelta. Perché ci sono valutazioni economiche, ma anche sportive. Ed è chiaro che il tecnico che sta facendo volare il Napoli, in alcune questioni il suo parere dovrà dirlo. D’altronde, De Laurentiis ascolta, pesa e coinvolge. Eccome. Mertens ha rinnovato in piena pandemia proprio per insistenza di Rino Gattuso che sapeva dell’importanza di un leader come lui nello spogliatoio. E mancavano poche settimane alla scadenza del contratto. Non c’è da risanare i conti, ma c’è da fare attenzione. Perché la Champions e le sue uova d’oro vanno e vengono e il Napoli da due anni ne sta facendo a meno. E fronteggiare più di 100 milioni di ingaggi senza Champions non è qualcosa che non lascia traccia. Anzi, ne lascia eccome.