DAZN ha deciso di bloccare la doppia utenza per gli abbonati, e questo ha scatenato tante polemiche, dopo già quelle per il disagio della visione delle partite continuamente interrotte dalla scarsa qualità dello streaming- IL Fatto scrive oggi in merito alla vicenda. “Se davvero come dicono i padroni della Serie A “la pirateria uccide il calcio”, il pallone italiano ha deciso di suicidarsi. A 20 euro al mese per 12 mesi, l’operazione non sta in piedi: paga 840 milioni alla Serie A e ne incassa molti meno, non basta nemmeno l’aiuto di Tim (che contribuisce con 350 milioni e conta solo 700mila contratti). Costringere quei 300-400mila tifosi che condividevano l’abbonamento a sottoscriverne uno nuovo varrebbe oltre 100 milioni l’anno. E poi c’è il tema della valutazione della Serie A, che i presidenti vogliono tenere alta perché temono di fare la fine delle compagnie telefoniche che si rincorrono a prezzi sempre più bassi. La visione su più device però è tipica degli Ott (da Netflix in giù), cambiare le carte in tavola a campionato in corso significa giocare sporco coi clienti. E segnare un clamoroso autogol: il danno reputazionale sarà irreparabile per un brand già malvisto per i problemi di visione. Mentre il ritorno economico è da dimostrare: non è detto che tutti i tifosi che condividevano un abbonamento ne sottoscriveranno uno nuovo. Qualcuno lo farà, altri si rifugeranno negli streaming illegali. O magari è la volta che smetteranno di vedere il campionato”.