L. Spalletti: “Niente alibi, anche contro una squadra aggressiva doveva prevalere la nostra tecnica”
Qualcosina in più: è quello che il Napoli, secondo Spalletti, avrebbe dovuto o potuto fare ieri con il Verona. «Penso che la squadra abbia fatto quasi il massimo».
Quasi. «Il punto ci può stare, ma potevamo fare qualcosina in più». Appunto. Finisce così, con un pareggio con quella che ormai è ufficialmente una squadra-tabù per gli azzurri, il blocco di partite pre sosta. Un’altra pausa per gli impegni delle nazionali che poi, il 21 novembre, culminerà nella trasferta di Milano con l’Inter. A suo tempo: tanto per cominciare bisognerà smaltire l’amarezza sottolineata anche da due pali e da qualche dubbio relativo alla gestione dell’arbitro Ayroldi. «Il quarto uomo mi ha detto che non c’era rigore su Osimhen, che lo hanno guardato, e sebbene io non lo abbia ancora rivisto ci si fida di quello che ti dicono. Comunque, non voglio appellarmi a delle situazioni: faccio un discorso generale e dobbiamo ammettere di non aver fatto il massimo. Sì, nelle giocate individuali i giocatori possono mettere o non mettere qualcosa in più».
NIENTE ALIBI. E allora, la sincerità di Spalletti. Analisi da galantuomo del calcio, la sua, nonostante la ovvia delusione di una mezza frenata. Per altro in casa, al Maradona. E sia chiaro: la trasferta europea di Varsavia non c’entra. «Le fatiche incidono sempre, qualche tossina te la porti, ma la squadra era nuova al cinquanta per cento. Non andrei sempre a cercare degli alibi: abbiamo ugualmente la possibilità di vincere le partite». E ancora: «Complessivamente abbiamo fatto una buona gara, ma avremmo dovuto far prevalere la qualità di squadra. Sapevamo, però, che sarebbe stata difficile con questo tipo di avversario: loro si allenano in spazi larghi a fare uomo contro uomo, mentre noi siamo tecnici e quando gli altri sono così aggressivi ci danno fastidio. Bisogna abituarsi». Quanto ha pesato l’assenza dello squalificato Koulibaly? «Rrahmani e Jesus sono forti e attenti, magari avremmo potuto fare meglio nella costruzione iniziale».
Bilancio finale: «Mi spiace non aver vinto, vorremo riuscirci ogni volta, anche perché sono tornati i ragazzi della curva allo stadio. Detto questo, consapevoli del fatto che avremmo potuto fare qualcosina in più, dobbiamo accettare il risultato». Lucida anche l’analisi dei momenti di tensione, a cominciare dal faccia a faccia con Tudor andato in scena alla fine del primo tempo: «Tutto abbastanza normale, niente nervosismo. Fare fallo sulla trequarti avversaria è un pochino una tecnica nuova, per non farti fare strada. Ormai di questi atteggiamenti ce ne sono tanti e bisogna mettersi al passo con i tempi: quella dell’uomo contro uomo negli spazi larghi è una novità che dobbiamo imparar». Finale dedicato all’arbitraggio: «Posso parlare di arbitri, nessun problema: ho contato due espulsioni, cinque ammonizioni e tante perdite di tempo e credo che la soluzione sarebbe quella del tempo effettivo».
F. Mandarini (Cds)