“Il Mattino” vota gli azzurri: Juan Jesus regge, Di Lorenzo top, Fabian Ruiz soffre
Le pagelle de Il Mattino
Certo, ci sono Napoli-Verona e Napoli-Verona. Però quando una squadra è una bestia nera riesce a metterti nei pasticci sempre. Sia se giochi per un posto in Champions sia se sei in corsa per lo scudetto. Le difficoltà del primo tempo sono nell’ultima imbucata. Ma è un Verona aggressivo che va a segno esattamente quando uno se lo aspetta, ovvero nei primi 15 minuti. A tutto campo, uomo contro uomo, corpo a corpo e appena il Napoli scappa via dalla ragnatela, puntuale arriva il fallo insopportabile nella metà campo degli azzurri. Così fanno in molti ormai, però per certi versi è una tecnica che somiglia all’anti-calcio. Poi, ovvio il Verona fa il Verona, c’è poco da fare ed è il Napoli che fa meno il Napoli di altre volte. Due pali, volendo c’è da recriminare pure con la dea bendata…
6 Ospina
Caprari disegna la prima occasione della gara, El Patron si fa trovare reattivo. Nulla può sulla zampata di Simeone che rompe l’imbattibilità. Poi è ancora preciso sulla conclusione di Barak al 67’. Perde le staffe con Ayroldi quando non fischia una carica su di lui. Poi sempre puntuale anche nella gestione dei momenti più accesi.
7,5 Di Lorenzo
Casale gli monta una guardia importante fin dai primi minuti. Fondamentale la sua stoccata alle spalle di Montipò per regalare il pareggio immediato al Napoli, forte e cattivo nel diagonale tra le gambe del portiere. Pulisce ogni pallone da centrocampista, davvero prezioso e saggio: sa sempre quello che deve fare e lo fa sempre bene.
5,5 Rrahmani
Caprari gli dà fastidio nella prima impostazione. Simeone lo brucia in occasione del vantaggio scaligero dove il veronese fa il predatore e lui sembra la preda. Bene in scivolata a evitare brutti guai a fine primo tempo ma senza Koulibaly manca la tradizionale aggressività e anche la sicurezza del veterano.
6,5 Juan Jesus
Il duello con Simeone inizia subito: scivolata dopo 5 minuti a fermare l’argentino, l’attaccante invece prova a stuzzicarlo sulla prima uscita. Per almeno tre volte anticipa ogni cosa e toglie le castagne dal fuoco. Bene più volte in anticipo e in ogni caso non commette mai errori. Per essere al debutto, poco da dire.
5,5 Mario Rui
La sgasata di Barak mette in imbarazzo la sua fase difensiva, manca ferocia nella chiusura, con il ceco che lo supera trattandolo davvero come se fosse un birillo e mette dentro per Simeone. Altre volte avrebbe perso in sicurezza e invece poi non traballa più. Ma resta il peso dell’errore.
6 Anguissa
Veloso gli si piazza attaccato per limitarne il raggio d’azione, ma il camerunense esce alla distanza e riesce a supportare bene la manovra. Difficile stoppare gli strappi scaligeri ma difficile pure che lui perda un pallone. Provvidenziale pure nel mischione al 77’ ma poco scintillante.
6 Fabian Ruiz
Tudor sceglie Barak per cercare di stoppare il play azzurro, ma il pallone servito a Di Lorenzo per il pareggio azzurro rasenta la perfezione alla Iniesta per visione e dolcezza del tocco. Poi lì nel mezzo è il posto dove il Napoli fa fatica anche a capire come neutralizzare l’aggressività veronese.
5,5 Politano
Ceccherini va a cercarlo fin dentro la metà campo azzurra, un’ombra dalla quale staccarsi. Non ci sono tanti palloni importanti giocati e infatti non è incisivo là davanti come altre volte. Poi inizio della ripresa è più coinvolto anche perché è il Napoli a dettare i tempi del match. Ma di veri lampi nessuno.
5 Zielinski
Il suo duello è con Tameze: riesce a trovare qualche tracciante importante, soprattutto quando gioca di prima: scoordinato quando ha tra i piedi la palla giusta, per una buona che ne fa, un paio le sbaglia. Patisce le pene dell’inferno quando sente l’uomo che lo segue in tutte le zone del campo.
6 Insigne
Dawidowicz ci prova a mettere il fisico e la corsa, ma quando la qualità viene fuori, il capitano trova costruzioni estremanente interessanti ed anche un Montipò che gli nega il 2-1 con un grande intervento. Cresce nella ripresa, quando la gara diventa un po’ più adatta alle sue corte. Ma senza scintille e fuochi d’artificio.
6 Osimhen
Gunter è un mastino fastidioso, ma il movimento è sempre quello giusto per aprire gli spazi. Latitano le chance di colpire, ma l’apporto è importante. Prende un palo stellare, fa tanto e spesso stando spesso da solo contro tutti. Esagera come sempre nella reazione e si prende un giallo per proteste.
5,5 Lozano
Entra al 60’ e prende e punta Ceccherini: la prima volta riesce ad andare alla conclusione, la seconda si vede respingere il tiro. Negli ultimi minuti, quando esce Insigne si sposta in quella che è la sua posizione prediletta. Da uno che entra ci si aspetta sempre che abbia il fuoco dentro. Se ce l’ha si è spento subito.
5,5 Elmas
Fa la sottopunta senza stravolgere il disegno tattico iniziale. Dawidowicz lo segue passo dopo passo perché sa bene cosa è capace di fare il macedone in un batter baleno, poi nel finale in quello che è un tradizionale valzer tattico finisce davanti alla difesa. Duttile, certo, ma poco preciso e prezioso.
sv Mertens
Punizione come sempre col piede fatato ma Montipò è graziato dal palo quando sembrava impossibile prendere il tracciante del belga. E sono così ben 10 quelli colpiti dal Napoli in questa stagione. Forse poteva essere gettato prima nella mischia, ma Dries comincia a mandare segnali incoraggianti.
SV Ounas
L’idea è semplice: gettare là davanti qualcuno che faccia saltare il bunker con la sua rapidità, con gli uno-due rapidi e magari anche con un bel coniglio dal cilindro magico, modello Varsavia. Ma le cose non vanno sempre per il verso giusto. Fa il suo, ma senza lasciare ricordi.
sv Petagna
Il gigante viene gettato nel mischione, puntando a qualche sua irruzione in area. Ma troppo pochi i minuti in campo per poter pretendere chissà cosa. Il Verona nel frattempo è rimasto in nove ma è chiaro che lui non se ne accorge neppure perché addosso ha sempre almeno due difensori. Ingiudicabile.
6 Spalletti
Si è fatto imbrigliare la mediana azzurra con l’aggressività del Verona che non ha mai avuto un cedimento neppure nel secondo tempo. Certo, un po’ dietro il Napoli ha traballato, senza Koulibaly ha sofferto nell’impostazione e questa volta non è arrivato l’aiuto del settimo cavalleggeri perché i cambi non hanno dato valore aggiunto. Ma se non arriva la vittoria è anche per merito dei gialloblù. Non è un dramma.
P. Taormina (Il Mattino)