Ecco come finirono i precedenti “Ce ne faremo una ragione” di ADL

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Ovvio che quando il patron azzurro dice ce ne faremo una ragione non è che lascia presagire chissà quale finale a lieto fine. Ogni qualvolta ha pronunciato questa frase, c’è stato poi l’addio. Lo disse una volta a Udine, nel febbraio del 2013, quando provava in tutti i modi di convincere Mazzarri a firmare il rinnovo. Ma Walterone si era fissato di essere arrivato al capolinea al Napoli e non cambiò idea neppure al cospetto di un contratto in bianco. Poi De Laurentiis lo ha ripetuto a giugno dello stesso anno, a proposito di Cavani e delle sue brame di andare altrove e dopo pochi giorni il Psg pagò la clausola rescissoria (dopo aver ottenuto il sì dell’uruguaiano). Ventiquattr’ore prima la finale di Doha della Supercoppa 2014 gelò Benitez esattamente alla stessa maniera. Rafone sulla tempistica quasi non ci dormì la notte. Fu bruciante, quella sera araba. Come lo fu anche con Maurizio Sarri che a ottobre del 2017 frenava sul rinnovo. «Spero che resti altri dieci anni altrimenti…». Magari stavolta finisce diversamente.  P. Taormina (Il Mattino)

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