Spalletti: “Il Napoli e la città, sono tanta roba. Abbiamo ribaltato una gara incasinata da noi”

Il tecnico del apoli definisce la squadra da bosco e da riviera

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E vabbè, si chiama Napoli-2 per convenzione: ma per prendersi la scena e cancellare qualsiasi pregiudizio, può essere sufficiente persino mezza serata. Ci sono notti che sembrano strane e che finiscono per rivelarsi speciali e quando a Varsavia è finita e non c’è più traccia di un primo tempo in chiaroscuro, Spalletti può specchiarsi in quella squadra «esagerata», quattro gol e tante belle cose da poter raccontare a se stesso. «Siamo una squadra da bosco e da riviera, come si dice dalle parti mie. Sa giocare sul velluto, e lo sapevamo, ma anche partite difficili come questa. Sa adattarsi, sa ribaltare le situazioni complicate, sa offrire risposte caratteriali e tecniche come quella che è arrivata dopo l’1-0 del Legia». 

 

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«SIETE FORTI» . Sa vincere, dilagando, e convincere, divertendo: sa essere come il Napoli-1, anche se gliene mancano sei, e sa spalancare il sorriso di Luciano Spalletti, che voleva proprio capire dove potesse arrivare questa squadra priva di Osimhen e di Insigne, di Fabian Ruiz e di Mario, di Manolas e di Malcuit. «Ho avuto ciò che mi aspettavo, perché io so quanto sia forte questa squadra. La gara si era incasinata, eravamo stati capaci di rovinarcela un po’ da soli, sbagliando l’impossibile. Ma i ragazzi sono stati bravissimi, mi hanno dato la loro disponibilità». E proprio mentre pareva stesse diventando un’ora e mezza di sofferenza, Spalletti ha riscoperto il calcio che piace a lui, tra Zielinski e Mertens, tra Lobotka e Ounas. «Nel secondo tempo è venuta fuori la qualità dei calciatori, anche di quelli che sono entrati per poco ma hanno sfruttato quei 20 minuti per fare la differenza. Avevamo cominciato in maniera insolita, poi siamo venuti fuori: Lozano ha offerto le accelerazioni che lo contraddistinguono; Lobotka ha fatto tutto con personalità e ci ha fatto capire con che persona abbiamo a che fare; Zielinski e Mertens si sono presi da soli quello che gli spetta. Insomma, abbiamo visto tante cose belle».


GRAZIE AI TIFOSI . In questi 97 minuti tutto compreso, nell’atmosfera rovente del «Municipal Stadium», Spalletti ha potuto apprezzare il suo Napoli e quei cinquecento tifosi che li hanno accompagnati: «Va dato onore ai ragazzi che sono venuti a vederci fin qui. E poi, alla fine, ho abbracciato tutti i miei calciatori perché hanno fatto un grande secondo tempo. La consapevolezza di potersela giocare ovunque e contri chiunque aggiunge fiducia ai nostri mezzi. E chi è dovuto rimanere a casa, sa che alle sue spalle c’è chi spinge per conquistare il posto. Si avevano perplessità per le varie assenze, invece sono arrivati segnali significativi: questa è tanta roba per tutto il Napoli e per la città che vive insieme a noi l’avventura di questa stagione».

SUPER OUNAS. Otto minuti, tredici con il recupero, rischiano di rappresentare un dettaglio esistenziale, o anche no: perché quel tempo, un frammento di Legia-Napoli, a Ounas è servito per racchiudere tutta la genialità che Spalletti ha voluto tenere per sé, negandolo all’Olympique Marsiglia e al Milan, e che dopo un mese d’infortunio ha accecato Varsavia. Ci sono gol, controllo con sombrero e poi la girata al volo, che si sognano da bambino e però si realizzano da grande: e Ounas, rivedendosi per un attimo, staccandosi da se stesso, ha provato a semplificare quella giocata da applauso, avvolgendola in una bolla di umiltà. «Non sapevo che sarebbe venuta fuori quella giocata. È un gol che è venuto così, nella mia testa, e sono felice di averlo realizzato». Si chiamerà ancora Napoli-2?

Fonte: A. Giordano (CdS)

 

 

 

 

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