Alfonso De Nicola: “Ghoulam? Può tornare al 100%, ma ho un dubbio. Su Insigne vanno rispettate le scelte di AdL”
L'ex medico sociale del Napoli analizza il momento degli azzurri e le loro condizioni fisiche
Nel corso di One Station Radio, durante il programma “1 Football Station radio” condotto da Luca Cerchione, è intervenuto l’ex medico sociale del Napoli Alfonso De Nicola. “Se Ghoulam si allena come dovrebbe, in modo personalizzato, può recuperare al 100% dagli infortuni. Il problema è: chi può seguirlo in maniera idonea nell’attuale staff?.. Bisognerebbe sfruttare gli allenamenti anche come forma di prevenzione degli infortuni, perché oggigiorno il calcio è foriero di impegni. Il massimo in partita lo dai solo se riesci a dare il massimo anche durante gli allenamenti. È una questione di unione d’intenti: i ragazzi devono essere predisposti mentalmente ad allenarsi bene, ma chi li segue deve essere all’altezza. Osimhen? Non conosco le sue condizioni, ma so che il Napoli, senza di lui, è un’altra cosa. La diagnosi, come sempre, è la cosa più importante che esiste: se parliamo di contrattura, non c’è ed è meno grave. Insigne? Ci tiene tantissimo a giocare, così come ci tiene tantissimo a restare a vita al Napoli. C’è bisogno di unione d’intenti con la società, ma dobbiamo anche rispettare le scelte di Adl: siamo venuti dal niente e siamo arrivati nel calcio che conta, dunque dobbiamo affidarci alla società. Zielinski? È un ragazzo eccezionale, inutile che lo dica io. Ha un fisico da paura, rapidissimo nel gioco di gambe, non è per nulla difficile allenarlo se è predisposto mentalmente. Uno con le sue doti fisiche, spesso oscurate dai suoi piedi sublimi, è soggetto a continui fastidi muscolari che portano squilibri posturali e, sulla lunga, si va incontro ad infortuni. Quando c’ero io, ho introdotto per la prima volta la figura del posturologo nello staff, nessuna squadra di Serie A lo aveva. Grazie a questa intuizione siamo riusciti a fare un grandissimo lavoro di prevenzione e, alla fine delle stagioni, la nostra squadra era sempre quella che aveva il minor numero di infortunati”.
La Redazione