Il Mattino vota: una difesa perfetta, Elmas tanta aggressività e un Fabian toreador

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I voti de Il Mattino

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Schiacciante superiorità, pressing costante, Bologna senza neppure la forza di alzare mai la testa. Dominio totale nonostante un ritmo basso, con il Napoli che non ha molta voglia di forzare. Ma è impressionante il senso della spietatezza inedito, del controllo totale del match, perché la il Napoli sfrutta gli errori altrui con un cinismo da grande squadra. Il Bologna ripiega in maniera apparentemente compatta, lascia Barrow lì a fare qualche scorribanda ma Fabian punisce i felsinei alla prima ingenuità. Alla seconda arriva il rigore. Nella ripresa la squadra fa quello che non sempre gli è riuscita nel passato: mette il pilota automatico, imposta l’andatura da crociera e senza correre rischi. E la qualità del pressing degli azzurri aumenta al crescere del divario. La fuga del Milan si è già fermata.

6 Ospina 

Attento su ogni palla, nel primo tempo a parte un traversone che sembra un razzo non deve respingere praticamente nulla. Ci vorrebbe una pizza per ingannare il tempo, si guadagna bibita (e voto) per l’intervento con i pugni sulla conclusione di Orsolini su punizione praticamente a pochi minuti dal gong finale. 

6,5 Di Lorenzo 

Sfida Hickey e i raddoppi di Theate e li salta con il suo passo più rapido, ma spesso trova anche qualche altro ostacolo alla sua corsa. Temuto, c’è poco da fare. Spinta faticosa, anche se non arretra mai. Quantità più che qualità. Tant’è che quando Barrow lo punta e lo mette a disagio. Ma per il resto la spinta è costante. 

6,5 Rrahmani 

Si dedica anima e corpo a Barrow, appeso alle di lui sterzate. L’attaccante del Bologna non gli prende mai il campo neppure nel primo tempo quando qualcosa il Bologna prova a fare. Poi gli ospiti spariscono e lui ha l’unica vera difficoltà a non abbassare troppo la soglia dell’attenzione. Ma la difesa non prende gol pure stavolta. 

6,5 Koulibaly 

Presenza scenica notevole, imposta e guasta il gioco altrui, utilissimo come d’altronde sempre. È il leader della difesa che ha preso tre gol in 10 partite e che ieri sera il primo tiro nello specchio della porta lo prende su calcio di punizione all’85’. Mai una indecisione, mai una lettura sbagliata dei pericoli. 

7 Mario Rui 

Mbaye ma soprattutto De Silvestri spingono dal suo lato sia pure con eccesso di timidezza, è lui tipo tosto e quindi si esalta. Si vede che sta bene anche di umore, quando si lascia andare a uno scambio pieno di talento con Osimhen. Nel secondo tempo è quasi straripante nelle chiusure e strappa applausi.

7 Anguissa 

Giganteggia in corsa e in interdizione, non fa che buttarsi nel fuoco e Vignato viene disinnescato. E’ ovunque, con intensità spaventosa e gamba meravigliosa. Inavvicinabile. Prende la traversa su una conclusione dal limite dell’area. Tutti in piedi quando esce dal campo. 

7,5 Fabian Ruiz 

Non è un regista statico, appena può si inserisce e quando trova lo spunto per dipingere col sinistro una parabola sublime (terzo gol stagionale): è lui che detta i ritmi quando nella ripresa ordina l’andamento lento. La sua falcata elegante non trova mai ostacoli in una serata in cui domina. 

6,5 Elmas 

Aggressivo, pieno di voglia, si piazza sulla trequarti e prova anche a fare da schermo alle ripartenze del Bologna: Dominguez prova a togliergli idee. Malizioso anche quando si tratta di fermare qualche ripartenza. Tocca una infinità di palloni. Bene anche quando si sposta a sinistra.

6 Lozano 

Podismo garantito, ma qualche scelta sciagurata. Cerca troppo spesso l’azione personale più che il sostegno del compagno più vicino, che è quasi sempre Anguissa. Però combatte e si sbatte ed è lui a recuperare la palla al limite dell’aria che dà il via al gol di Fabian. 

6.5 Osimhen 

Theate e Medel hanno il compito di rallentarlo. Brilla nella ripartenza del 15’ e il suo assist per Insigne è come un cioccolatino. Anche in una serata in cui non pare Superman, si procura ben due calci di rigore e in ogni caso ogni volta che parte sembra capace di fare danni di ogni genere. Non è bella la sceneggiata con Insigne. Mezzo voto in meno. 

7 Insigne 

Ma altro che paura, due rigori trasformati. Altro che tirarsi indietro. Il capitano è il capitano. Le due reti dal dischetto, calciati bassi, angolati e di potenza (Skorupski intuisce ma non li può mai prendere) sono una liberazione. Non fa molto nella notte col Bologna, qualche volta patisce ma non arretra. 

6 Zielinski 

Si piazza a galleggiare tra il centrocampo e Osimhen, spesso quasi secondo punta. La qualità del gioco non subisce particolare sbalzi all’insù ma in ogni caso cresce la mole di occasioni quando il polacco si piazza lì davanti. Certo, mette ovviamente più ansia lui che Elmas. Serata di sereno ritorno. 

6 Politano 

Nonostante la freschezza maggiore, fa fatica a prendere le misure di Hickey. Non ha particolar senso darsi da fare in una partita che quando entra ha ormai preso l’andazzo giusto: però si mette lì a rincorrere avversari e a leggere anche eventuali situazioni di pericolo. Che non ci sono mai. 

sv Demme 

Pochi minuti per capire a che punto è la gamba perché non sono pochi tre mesi solo a fare allenamento: la partita ormai non è altro che una amichevole dove il Bologna è talmente demoralizzato dal palleggio degli azzurri che neppure prova a ribaltare la situazione. Demme giostra qualche buon pallone. 

sv Mertens 

Sottopunta. Non fa i salti di gioia a piazzarsi lì, ma ci mette ogni volta impegno ed entusiasmo. Si vede. Altrimenti i segnali sarebbe diversi: la stagione è lunga ed è chiaro che il suo posto preferito è da centravanti ma con quel giocatore là davanti è complicato sgomitare.

sv Ghoulam 

Era il 7 marzo, c’era il Bologna come avversario. All’86’ ritorna al calcio, ritorna al sorriso: 4 minuti di gioia pura, accompagnato a ogni tocco di palla dall’osanna del pubblico del Maradona. Lui si piazza in quella che era la sua posizione, come terzino sinistro. Ci vuole tempo e pazienza per poterlo avere davvero disponibile. 

8 Spalletti 

Lassù sul nido del cuculo… dà disposizioni a Domenichini in panchina a causa dell’ironia poco gradita domenica da Massa. Non ordina ritmi vertiginosi, invita i suoi a tessere pazientemente la tela, puntando sul 4-2-3-1 che ruota su Elmas e sapendo che la ragnatela di Mihajlovic è aggrappata a una difesa a cinque che prima o poi qualche fesseria la farà. Domina la partita come rare volte si vede in A. 

P. Taormina (Il Mattino)

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