Moriero alle Maldive: “Vincerò con lo stile di Spalletti, non vado in vacanza!”
Sole, mare e ovviamente il pallone. C’è chi alle Maldive ci va in vacanza e chi ci va per iniziare la carriera da commissario tecnico. È questo il caso di Francesco Moriero (alla Roma dal 94 al 97, poi all’Inter con Ronaldo e a Napoli dal 2000 al 2002) che da qualche giorno è sbarcato a Malé, capitale di uno degli arcipelaghi più belli del mondo.
Ma come è nata questa pazza idea?
«L’offerta è arrivata tramite Nuno Gomes, avevo voglia di fare un’esperienza all’estero e questa mi affascina per tanti motivi».
E allora, che esperienza si aspetta?
«Di sicuro sarà stimolante, perché sono qui alle Maldive da solo. Anche lo staff almeno per adesso sarà tutto maldiviano. Poi magari penserò a qualche collaboratore italiano».
Come si è preparato a questa nuova avventura?
«Innanzitutto dal punto di vista burocratico. Ho dovuto parlare tutti i documenti, verificare i protocolli Covid e intanto ho iniziato a studiare la squadra».
In che modo?
«Sono settimane che studio i video delle partite giocate dalla nazionale durante le qualificazioni per il Mondiale 2022. Sono arrivati terzi nel girone e a causa di una sconfitta con l’India sono stati eliminati. Ma sono ottimista per il futuro».
Ovvero?
«Voglio dare una mentalità offensiva e la mia idea è quella di portare anche qui il gioco dell’Italia di Mancini. Poi ovviamente molto dipenderà anche da giocatori».
Lì il calcio a che punto è?
«C’è un campionato nazionale, e tutti i giocatori sono nelle squadre locali. Nessuno gioca all’estero».
Altri allenatori che le piacciono?
«Spalletti. Quando ho iniziato a fare l’allenatore, Luciano era il mio punto di riferimento. Al netto del lavoro che sta facendo a Napoli, ricordo ancora bene il gioco che proponeva alla Roma, quel 4-2-3-1 era meraviglioso. Andavo spesso a vedere i suoi allenamenti e qualche volta è venuto anche lui a trovarmi a Frosinone. È una persona eccezionale, anche al di là degli aspetti calcistici».
A proposito di Napoli: adesso sfiderà un’altra sua ex squadra, la Roma…
«Gli azzurri stanno dimostrando di meritare il primo posto anche per il gioco e la forza. Creano tantissimo, ma non mi stupisce perché è nelle corde di Luciano lavorare bene con gli esterni».
Esterno è anche Insigne che è in scadenza di contratto, come lei nel 1998 all’Inter...
«Quell’anno giocai e vinsi anche la coppa Uefa, poi sono andato al Mondiale in Francia da svincolato. Contava solo l’equilibrio mentale: io non pensavo al contratto e così farà anche lui, credo. Insigne rappresenta Napoli e il Napoli. Immagino voglia restare ed impensabile che il club si perda un giocatore come lui».
Dall’altra parte c’è Mourinho.
«È un allenatore dal grande carattere e dal grande carisma. Ha già vinto tanto in carriera e questa è una cosa che aiuta. Rispetto a Spalletti sono diverse le filosofie di gioco. Ma nel complesso la Roma per me deve trovare il suo equilibrio. Solo a quel punto potrà dare davvero fastidio a tutti. È una squadra con margini di miglioramento importanti».
Che idea si è fatto sulla lotta scudetto?
«Credo che sia ancora troppo presto per capire come andranno le cose. Il campionato italiano è fatto di equilibri e si corre troppo veloce nel dare i giudizi: bastano due pareggi e salta tutto. La serie A non si vince solo in campo, ma con la fiducia della società e il supporto dei tifosi. Ecco, Napoli e Roma sono due piazze che conosco bene e sono infuocate, lì ogni vittoria può fare la differenza per riaccendere l’entusiasmo». B. Majorano (IL Mattino)