Rimbalza dall’Argentina una notizia choc: il processo per la morte di Maradona, avvenuta il 25 novembre 2020, rischia di iniziare nel 2023 o nel 2024. E questo per i tempi tecnici – lunghissimi – della giustizia argentina. Attualmente ci sono sette indagati tra medici e infermieri, a cominciare dal neurochirurgo Leopoldo Luque e dalla psichiatra Agustina Cosachov. Una volta completate le indagini, probabilmente all’inizio del 2022, i magistrati della Procura di San Isidro – Laura Capra, Patricio Ferrari e Cosme Iribarren – dovranno chiedere il processo per gli indagati e sarà questa una fase in cui vi saranno le controdeduzioni degli eventuali rinviati a giudizio.Gli avvocati dei medici coinvolti hanno, ad esempio, già da tempo contestato la relazione della commissione medica incaricata dalla Procura di studiare la vicenda, chiedendo una nuova perizia che ovviamente allungherebbe, e di molto, i tempi processuali.Nella vicenda giudiziaria che riguarda la fine del più amato calciatore al mondo, scomparso dopo aver compiuto sessant’anni, si inseriscono le tensioni tra i familiari – le figlie Dalma e Gianinna – e l’avvocato Matias Morla, che era stato non solo il legale ma anche il manager del Campione, curando i suoi affari attraverso la società Sattvica Sa. Proprio dietro sollecitazione di Dalma e Gianinna Maradona i pm della Procura di San Isidro hanno deciso di interrogare Morla e due stretti collaboratori, da anni al suo fianco: Maxi Pomargo, l’assistente che è cognato dell’avvocato, e Jonhatan Esposito, nipote di Diego. Morla sarà ascoltato lunedì 25 ottobre, Pomargo ed Esposito mercoledì 27. Le loro testimonianze dovrebbero completare il quadro e mettere i magistrati in condizione di chiedere i rinvii a giudizio di chi ha assistito male, o non ha proprio assistito, Maradona dopo l’operazione al cervello presso la clinica Olivos il 3 novembre. Appare chiaro che vi sono responsabilità anche dei familiari di Diego perché fu Gianinna Maradona a disporre il trasferimento del padre dallla clinica nella casa di Tigre, dove poi sarebbe morto, contro il parere dei sanitari che avevano suggerito il ricovero presso altra struttura sanitaria per la convalescenza.I sette indagati per la morte di Maradona, oltre a Luque e Cosachov, sono lo psicologo Carlos Diaz, gli infermieri Ricardo Almiron e Gisela Madrid, il coordinatore degli infermieri Mariano Perroni e l’assistente Nancy Forlini. Fonte: F De Luca (Mattino.it)