Su Radio Marte, è intervenuto Phillippe Mexès, ex calciatore, ecco le sue parole: “Il gol in rovesciata? Ne parlo sempre, c’è stata fortuna ma me lo ricorderò per tutta la vita. Ci si ricorda anche del cartellino rosso contro la Lazio ma in campo c’è tanta adrenalina, non fai caso ad alcune cose e poi ci pensi dopo. Mi manca l’Italia? Certo, quando sei in un mondo così per tanti anni è bello, in Italia peraltro è molto più sentito il calcio rispetto alla Francia. La gente, i giornali e la tv si aspettano tanto e ci guardano. Una volta che smetti quest’adrenalina ti manca, così come il contatto con la gente e lo spogliatoio. Spalletti? Gli devo tanto. Non so cosa sia successo quando è tornato a Roma, non è mai semplice perché doveva riconquistare e fare tutto, ha avuto problemi con Totti. Ma quando è arrivato all’inizio non aveva un effettivo incredibile, noi dietro facevamo il massimo per Totti e De Rossi, volevamo riconquistare il nostro pubblico con un bel gioco. Nessuno si aspettava nulla ma lui ci ha aiutato tanto, a me, a Perrotta, Tonetti, Cassetti, lo stesso De Rossi. L’Inter aveva un grande effettivo, avevano 2 squadre e noi no. In quegli anni la squadra nerazzurra vinceva tutto, noi cercavamo di lottare specialmente per il posto in Champions League, per noi era un onore. Abbiamo comunque vinto Supercoppa e Coppa Italia ma era già bella per noi, non è il campionato ma è già molto. Napoli da Scudetto? Non dipende solo da lui, magari! Ci sono i giocatori, c’è lo staff a cui lui tiene molto. Se i giocatori sentono quello che chiede è più semplice per lui ma ovviamente non va lui sul campo. Attacchiamo sempre l’allenatore ed è vero che conta ma chi va sul campo deve dare qualcosa in più, pensare al gruppo e alle richieste del tecnico. Noi pensavamo alla performance e non a fare da soli, lo spirito conta. Sono cambiati anche i tempi, ho smesso anche per quello: non mi divertivo più, non sentivo la passione”.