Il Mattino vota gli azzurri: “Rrahmani al top: l’assist di Zielinski è un lampo”

0

I voti de Il Mattino

Factory della Comunicazione

Magari può sembrare una gara per nulla travolgente ma questa è vittoria di una squadra forte per davvero. Perché è solida dietro e ostenta una certa tranquillità generale, sostenuta da una condizione atletica superba. Il 4-3-3 stavolta è scolastico, nel senso che le incursione da trequartista di Zielinski sono sporadiche nel primo tempo. C’è da battagliare in ogni angolo del campo, servono muscoli, spesso è uomo contro uomo: il Napoli non si tira indietro, prende gol su una situazione banale dopo aver rinunciato al tradizionale possesso della palla. Poi, però, esce fuori il carattere, l’ordine e la qualità: non c’è una sola volta che il Napoli dia l’impressione di sbandare, di perdere la bussola. E sono più le volte che il Napoli va vicino al terzo gol che la Fiorentina al pari.

6,5 Ospina 

Buon intervento su Pulgar nel primo tiro verso lo specchio della partita poco dopo il quarto d’ora. Non può nulla sul vantaggio viola ma è attivo anche nella partecipazione alla circolazione della palla. Bene su Sottil (61’): è sempre attento, qualche volta si arrabbia perché palla al piede vede i suoi liberarsi poco. 

7 Di Lorenzo 

Il duello con Nico Gonzalez è fatto di potenza e velocità: i due numeri 22 se le danno di santa ragione e si bloccano nelle sgasate. Da quel lato la palla arriva poche volte da giocare. Poi nella ripresa Gonzalez spinge spesso ma solo una volta va via perché gli prende le misure e questo dimezza le capacità offensive della Fiorentina. 

8 Rrahmani 

Arriva sulla traettoria disegnata dallo schema di Zielinski in maniera perfetta. Tutti studiato nei dettagli. Nessun errore in difesa, in una gara dove spesso gli capita di dover mettere la museruola a Vlahovic e dove gli azzurri assistono al giro palla su e giù dei viola senza mai perdere di vista il pallino della situazione. 

7,5 Koulibaly 

Non solo il confronto con Vlahovic: quando serve, spezza bene la linea e riesce a far accorciare il Napoli sulla manovra della Fiorentina. Ferma Nico Gonzalez e poi un temerario Vlahovic (74’) con ardore e concentrazione. Muro invalicabile. Lo insultano dagli spalti e lui risponde da gladiatore come quando è in campo. 

6,5 Mario Rui 

Gli tocca chiudere sui tagli di Callejon, operazione che riesce senza particolari patemi. Attento anche quando scende Odriozola, puntuale anche nella gestione del pallone: stavolta torna quello in versione campionato e non quello con la corda di pazzia che ha messo nei guai in Europa League. 

6 Anguissa 

Il confronto con Duncan è per muscolature, buone le sue incursioni: qualche errore di misura ci può stare, ma diventa importante anche nella fase di spinta oltre che in quella di non possesso. Però è quello che soffre di più l’aggressività del centrocampo della Fiorentina. 

7 Fabian Ruiz 

Play della squadra, cerca di cancellare la guardia che Pulgar gli monta quando i ritmi sono altissimi. Si lamenta della spinta di Vlahovic in occasione del gol viola. ma è un errore che consente di andare di sponda. Si riabilita con il tocco in profondità per Osimhen in quella che sarà l’azione del pareggio.

6 Zielinski 

Disturba i due centrali nel primo pressing, va a prendere Pulgar quando la Fiorentina esce. Pochi palloni incidenti, molto grave la responsabilità sul gol viola quando Martinez Quarta gli sfila alle spalle. Ma non ha il fisico per le lotte sul ring. Suo è l’assist, comunque, per Rrhamani.

6,5 Lozano 

Segna e si procura la punizione del 2-1. Parte molto reattivo nel pressing, ma nel corso del primo tempo si propone con il contagocce e resta largo senza aiutare, facilitando tanto il compito di Biraghi. Quando c’è da attaccare la profondità col campo aperto sembra imbattibile. 

7 Osimhen 

Lo scontro con Martinez Quarta determina la profondità stessa del Napoli. Un confronto difficile, ma che quando viene vinto è decisivo: su una profondità vinta, nasce il rigore. Sfiora il raddoppio nel finale con una rovesciata pazzesca. Ogni volta che la palla arriva dalle sue parti c’è un brivido. Straordinario. 

6,5 Insigne 

Odriozola lo seguirebbe anche se si fermasse a prendere un caffè da Starace, gara di sacrificio con diverse chiusure su Bonaventura. Prova a cucire il gioco, ma trova scarso feeling con Zielinski e Mario Rui, consentendo alla Fiorentina di tornare in copertura. Sbaglia il rigore del possibile 1-1, poi la sua reattività consente che si sviluppi il rimpallo per il pari di Lozano. 

5,5 Elmas 

Arriva con un po’ di ritardo su quella palla lanciata da quel fulmine di guerra che è Osimhen. Prima parte sulla linea mediana, poi prende il posto di Insigne e a parte un bel po’ di buona volontà colpisce anche per il disordine che ci mette nelle cose che fa. Comunque, pesa l’errore sotto porta. 

6,5 Politano 

C’è bisogno di qualcun che la fascia la controlli con meno esuberanza, la sua rincorsa sul solito Gonzales toglie le castagne dal fuoco. Con Osimhen c’è un grande feeling, anche sotto il profilo dell’intesa. Ma colpisce per la sua voglia di darsi da fare anche nelle gare in cui non parte da titolare. 

6 Demme 

Fai il play classico e sposta a sinistra Fabian ma resta il 4-3-3: è uno dei pochi che prova a partecipare alla costruzione del gioco ma nei duelli corpo a corpo in mezzo al campo soffre molto. Meglio quando c’è però da contenere centralmente i tentativi viola di affondare con la superiorità a centrocampo. 

sv Mertens 

La sua prima volta all’83’ con il Napoli che vira al 4-4-1-1 e lui si piazza alle spalle di Petagna. Appena sente le mani addosso, cade. Mostrando malizia. Che per certi versi è quello che manca a questa squadra. Deve giocare, ovvio, il suo passo appare ancora faticosamente lento. 

sv Petagna 

Difficile per lui potersi far notare in una serata così anche perché da un certo momento in poi il Napoli perde anche la voglia di organizzare qualche ripartenza. Si mette col pallone tra i piede e pensa soprattutto a gestirlo. Ovvio che 10 minuti, compreso il recupero non sono proprio quello che si aspetta. 

8 Spalletti 

Ha chiuso con Mertens trequartista e Petagna prima punta. Ha voluto una partita in cui se qualcuno voleva divertirsi magari doveva andare a vedere gli Uffizi. Perché lui ha voluto una squadra solida come il cemento armato e blindata attorno a un 4-3-3. Anche nei momenti di massima pressione, dopo l’1-1, la squadra di Italiano non si è mai davvero avvicinata alla porta di Ospina.

Fonte: Il Mattino

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.