Napoli-Spartak, Zielinski è un’ombra e Malcuit a sinistra soffre tantissimo. Male Spalletti
Napoli/Spartak ai voti de Il Mattino:
Quante energie, anche mentali, sprecate per questa notte di Europa League. In una partita aggrovigliata, con il gol record di Elmas dopo meno di 13”, piena di scorie ma col fascino dell’orrido unito a quello dell’imprevisto, il Napoli regge finché può alla inferiorità numerica. Pesa il rosso a Rui al 30’, ma è un gesto più di agonismo accesso che di bullismo. Ma ci sta. Gli azzurri hanno la colpa di cedere metri fin da subito allo Spartak, per troppo tempo non riescono a contrattaccare, si difendono e basta rinunciando a muoversi di squadra. Troppo nervosi, dopo l’1-1. Una squadra matura supera anche cose del genere. Il 4-4-1 con Elmas come quarto centrocampista, due linee che provano a compattarsi, non è il massimo. Troppi affanni. Non è la fine del mondo ma è il ko brucia.
5,5 Meret
Non mancano i pericoli, ma i tiri verso lo specchio nel primo tempo. Mai chiamato ad un intervento, gestisce bene le uscite, poi non è che può far molto sul tiro di Promes che la deviazione di Koulibaly rende imparabile. Sul piatto di Ignatov l’impressione è che parta in ritardo. Se prende tre gol non può essere notte positiva.
6,5 Di Lorenzo
Umyarov e Ayrton capiscono presto che la serata dell’esterno azzurro è di quelle galoppanti: i russi provano a limitare i danni, ma sulla destra il Napoli sfonda con continuità, sfiorando anche il gol. Completa un grande primo tempo, anticipando Promes ma anche nella ripresa è quello che meno di tutti si lascia andare alla deriva.
6 Manolas
Si prende diversi rimbrotti di Spalletti: bene nelle chiusure uomo su uomo, manca il timing dell’anticipo e si concede anche qualche errore di impostazione. La sala Var a Nyon gli toglie la gioia di un gol su stacco di testa e poi sfiora il gol al 76’ ma è attento anche nelle concitate mischie di quelli dello Spartak.
5,5 Koulibaly
A metà frazione, arriva lo specchio della sua condizione: Umyarov si ritrova il pallone buono su una carambola, lui è lì pronto a chiudere, con una reattività pazzesca. Sempre preciso su Ponce e Promes. Poi cala. Farsi ammonire per proteste, vista la serata, non è da comandante. Sbaglia il rinvia all’88’ ed è patatrac.
4 Mario Rui
Meno arrembante di Di Lorenzo, si piazza addosso a Moses, trovando diversi tagli molto pericolosi. Poco prima della mezz’ora, un intervento duro, esagerato e scomposto su Moses viene sanzionato con un rosso che è la conseguenza di un replay dove il piede a martello non può essere non punito.
5 Fabian Ruiz
Primo tempo gestione della palla: tiene bene i ritmi della squadra fino all’espulsione di Mario Rui, quando ci sono diversi minuti nei quali lo Spartak si prende il centrocampo. Bakaev e Litvinov da un certo momento in poi lo schermano: deve fare muro ma va in affanno.
6 Elmas
Meno di 13 secondi: pazzesco, gol lampo che cambia subito la partita. Bravo a seguire l’azione e sfruttare l’errore del portiere, poi gioca una gara di lotta e di governo. Tanti palloni recuperati. Si schiaccia troppo sul gol di Promes: ma esterno nel centrocampo a 4 è una sofferenza.
5,5 Politano
L’intercambio con Di Lorenzo funziona bene nel 4-3-3, Dzhikiya è un cagnaccio tosto da scrollarsi, ma con il taglio alle spalle diventa pericoloso. Poi tutto salta: lui è leggero, troppo, nel contrastare il traversone di Moses che porta all’1-1 ed è tra i primi ad andare in affanno.
5 Zielinski
Senza Anguissa deve mantenere il baricentro più basso, ne risente perché partire dalla trequarti resta la sua predilezione e commette un brutto errore quando si trova il rimpallo giusto a porta sguarnita per il 2-0, ma spara alto. Poi esce nell’intervallo.
6 Insigne
Dodicesima volta che entra in un gol del Napoli da inizio stagione: suo il pallone tagliato per Politano che mette Elmas nelle condizioni di segnare. Entra in tutte le azioni offensive, Moses e Caufriez non riescono mai a stringere sul capitano azzurro. È il sacrificato quando il Napoli resta in dieci.
5,5 Petagna
Ci mette un impegno pazzesco, costantemente in anticipo su Gigot nel gioco aereo. Spesso triplicato, riesce a esser un riferimento per la manovra azzurra, impreciso in zona gol e a volte appare impacciato. Il 4-4-1 non sembra idoneo alla sua mole e infatti Spalletti non ha esitazioni a cambiarlo.
5 Malcuit
Eccolo di nuovo a sinistra, come ai tempi francesi della sua beata gioventù. Ma davvero ne azzecca poche: sempre in ritardo, spesso a inseguire l’uomo. Un aiuto non riesce mai a darlo e soffre troppo la pressione dello Spartak che spinge sempre dalla sua parte. Chiaro che quando attaccano su di lui, va in affanno.
5,5 Anguissa
Visto che la coperta è corta a centrocampo, c’è bisogno di uno che faccia legna a quintali e non certo la leggerezza di Zielinski. Lui le cose che deve fare le fa, l’argine su Bakaev regge a lungo poi però anche lui è umano e si vedono le prime incertezze dopo sette partite in cui è stato sempre tra i migliori.
6,5 Osimhen
L’uomo che fa reparto da solo, resta da solo tutto il tempo e riesce a essere una spina nel fianco costante con i russi che lo maltrattano e lo menano come neppure si trovasse in un campo di provincia e non una gara di Europa League. A segno per la quinta partita consecutiva: c’è lui a regalare un sorriso.
5 Lozano
Serve Speedy Gonzales ma a parte proprio una scorribanda iniziale per il resto si fa affossare dalla spinta dei russi e le sue ripartenze sono con il contagocce. Più che dare sostegno a Osimhen ne diventa un peso che si trascina. Ci si aspetta ben altro dal messicano pagato a peso d’oro.
sv Ounas
Lo spaccapartite avrebbe certamente le condizioni per mettere a segno un suo capolavoro: gioca con lo Spartak in 10 ma anche lui, piazzato sulla destra, è spesso distratto, nel senso che non riesce mai a creare condizioni di pericolo con un suo slalom o una sua invenzione. Serve di più.
5 Spalletti
Ne cambia quattro e la prima delle tre partite la domina, perché finché la squadra è in 11, il suo 4-3-3 pur non facendo faville non subisce mai pensieri eccessivi. Poi il calo, nonostante Osimheh e Lozano. I nervi saltano troppo presto alla sua squadra, vero che l’arbitro ci mette del suo ma forse anche in inferiorità la prestazione poteva essere più ordinata. Anche in 10 contro 10 la squadra non ritrova né equilibrio né ordine.
P. Taormina (Il Mattino)