La vita prima da calciatore e poi da allenatore, entrambe non sono semplici, ma ci vuole passione, costanza e grande determinazione. E’ il caso anche di David Sesa, ex tra le altre squadre di Napoli e Lecce, ora allenatore che è in cerca di nuove importanti esperienze dopo l’Anderlecht. Ilnapolionline.com lo ha intervistato anche sul momento degli azzurri e del calcio internazionale in generale.
Tra le tante squadre hai giocato a Napoli e Lecce. Ci sono delle differenze a livello di tifo e passione tra le due piazze? “Sono contento di aver giocato a Napoli e Lecce, perché ho conosciuto due tifoserie davvero passionali e che sostengono al meglio i loro beniamini. Non ci sono tante differenze tra le due piazze, a Napoli sicuramente l’aspetto che mi ha colpito e l’amore verso la maglia azzurra davvero unico. A Lecce lo stesso e c’è voglia di calcio non indifferente”.
Restando su Napoli e Lecce ti vorrei chiedere di Osimhen e Coda. Sul nigeriano ormai non è più una sorpresa, ma il secondo è un calciatore che fa sempre la differenza. Cosa ne pensi in merito? “Coda ormai in serie B è una certezza. Un bomber che ogni anno fa sempre la differenza e quindi quando segna non è mai una sorpresa. Secondo me in serie A, dopo l’anno di Benevento, meritava quella continuità, ma il giocatore è davvero unico in zona gol. Su Osimhen dico che ha una velocità impressionante, è migliorato sotto altri aspetti ed ha ampi margini di crescita. Dal Wolfsburg in poi ha dato prova che sa il fatto suo in fase realizzativa e a Napoli si sta lentamente consacrando”.
Oggi l’Atalanta sfiderà lo Young Boys, oltre ad una crescita degli svizzeri c’è un tifo davvero passionale. Te lo aspettavi in Champions a questi livelli? “Come hai detto tu, in casa il loro tifo è davvero passionale, trascina la squadra e il Manchester United se ne è reso conto. Giocare sul loro campo sintetico è difficile per le avversarie, visto che anche la Juventus ci ha perso. Per il resto anche tecnicamente ha dei valori importanti. L’Atalanta dovrà affrontarla nel migliore dei modi, ma sono certo che Gasperini, tecnico davvero navigato, saprà trovare le giuste contromosse”.
Secondo te è più complicata la vita del calciatore, oppure quella ora di allenatore? “Credo che in un senso e nell’altro siano davvero difficili. Quando sei calciatore, devi avere cura del tuo corpo, allenarti bene tutti i giorni e farlo al meglio quasi sempre. Quando sei allenatore devi essere bravo a dare le giuste indicazioni ai ragazzi, indirizzarli al meglio e poi avere fortuna nell’ottenere i risultati sul campo. Quest’ultimo aspetto ovviamente è importante, ma entrambi i ruoli bisogna avere costanza. Al momento sono a casa in attesa di una nuova opportunità. L’ultima è stata all’Anderlecht, in Belgio, dove c’è stata una crescita a livello tecnico. Il Club Brugge del resto sta mostrando di essere una squadra davvero solida e gioca un buon calcio”.
Infine domani pomeriggio il Napoli affronterà lo Spartak Mosca. I russi, a tuo avviso, giocheranno il match a viso aperto, o saranno attendisti? “Quando si giocano le gare in campo internazionale e nelle fasi a gironi, difficilmente le squadre si chiudono per ripartire, puntano a vincere. Anche lo Spartak Mosca, domani a Napoli, proverà ad ottenere il massimo. Gli azzurri credo che affronteranno la gara al massimo, sapendo che non devono prendere sotto gamba la sfida. Spalletti però è un allenatore navigato, sa perfettamente del valore di questa sfida e sono certo che otterrà il massimo dai suoi ragazzi. In serie A invece il discorso è diverso, c’è più tatticismo ed è difficile trovare ampi spazi”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
RIPRODUZIONE RISERVATA ®