Le vere stelle a disposizione di Vitoria sono davanti. Su tutte brilla un talentino argentino (in gol proprio nell’ultimo successo stagionale) che conosce bene la serie A, e soprattutto Luciano Spalletti. Si tratta di Ezequiel Ponce, attaccante 24enne che nel 2015 fu portato al Roma da Sabatini. «Spalletti mi ha reso più forte. Una volta mi disse: per te in questa squadra non c’e spazio. E io da quel momento ho iniziato a lavorare ancora di più». D’altra parte in quella Roma non ha lasciato alcun segno, se non in Primavera: 11 presenze e 10 gol. Poi ha iniziato a viaggiare in giro per l’Europa, fino ad arrivare in Russia dove si è preso la maglia numero 9 dello Spartak segnando 25 gol in 75 partite. Attorno all’argentino girano altri due ragazzi da non sottovalutare. Il rapper e bomber olandese Quincy Promes e il figlio d’arte svedese Jordan Larsson. Il primo è il classico talento genio e sregolatezza: salta gli allenamenti, arriva in ritardo, scompare per settimane, offre cene ai tifosi sconosciuti incontrati per caso in un pub. Poi si presenta come se nulla fosse, sorride a tutti e soprattutto la butta dentro facendo dimenticare le marachelle. Odia il freddo (ma gioca in Russia), e ama il rap (ma gioca a calcio). Ha inciso un disco con il suo amico e compagno di nazionale Depay (attaccante del Barcellona) e si fa chiamare «The Mask» per quell’esultanza con la mano davanti alla faccia. L’ultima stellina dello Spartak è Jordan Larsson, figlio di Henrik, ex stella di Celtic e nazionale svedese, meteora allo United e al Barcellona. Il giovane Jordan è scappato via dalla Svezia giovanissimo dopo una rissa con un tifoso dell’Helsinborg che gli ha tirato un pungo perché a suo avviso responsabile della retrocessione del club dopo 24 anni. In panchina c’era papà Hernik e il piccolo Jordan aveva anche fatto gol nello spareggio salvezza. Evidentemente non deve essere bastato.
Fonte: B Majorano (Il Mattino)