“Il Mattino” vota: con un Osimhen nel motore……e la difesa che non sbaglia più
I voti de Il Mattino:
È snervante il palleggio del Napoli, con il Cagliari che può irritarsi perché è impotente rispetto a un fraseggio che non è mai fine a se stesso. D’altronde, quei cinque centrocampisti messi lì a fare massa creano qualche pensierino solo all’inizio. Per Spalletti è un 4-3-3 di partenza ma poi diventa in un batter di ciglio un 4-2-3-1 con Zielinski che proprio partendo dalla trequarti fa l’assist per Osimhen. Non brillanti nell’ultimo passaggio gli azzurri, ma per il resto il dominio è quasi fastidioso. Nella ripresa è di nuovo 4-3-3 ma qualunque atteggiamento è favorito dall’attendismo ad oltranza del Cagliari. Con Osimhen nel motore può consentirti qualsiasi tipo di gioco: puoi ripartire e cercare con lui la profondità. Gara senza storia. Sesta vittoria su sei
sv Ospina
Primo tempo dove non è mai chiamato in causa. Qualche uscita e ordinaria amministrazione. Non cambia molto nel secondo tempo dove assiste da lontano alla prestazione che cresce di ritmo con il passare dei minuti invece di calare. Mai un intervento, in una notte di noia assoluta per il colombiano.
6,5 Di Lorenzo
Non si vedono i cavalli del potente motore, ma è intelligente ad alimentare l’azione anche con una buona tecnica. Una sua caratteristica. Attento su Lykogiannis e Marin quando si sposta dalle sue parti anche se un po’ impreciso in qualche traversone lo è. Per il resto difficile che conceda un centimetro.
6,5 Rrahmani
Sempre legato con un filo invisibile a Koulibaly, con cui il feeling è al top, si muove in sincro e senza mai commettere sbavature. Ogni tanto è costretto a seguire qualche incursione di Deiola, ma è attento come non mai. E non è cosa scontata in una serata del genere dove il rischio è di godersi il chiaro di luna.
7 Koulibaly
Joao Pedro prova a prendergli la posizione: operazione quasi impossibile, capisce sempre prima le intenzioni dell’attaccante anche perché davvero soffre di solitudine là davanti. Difensore prorompente, gioca come chi sa di avere doti quasi smisurate. È tornato ai livelli di sicurezza di quando al suo fianco c’era Albiol.
7 Mario Rui
Molto attivo in fase di spinta, tesse trame con Insigne e funge sempre da primo scarico per Koulibaly. Molto positivo in chiusura su Nandez, perfetto in chiusura, poi molto spesso si getta nella linea: ha una fiducia ritrovata e si vede quando osa dribbling e inventive. È scatenato nelle sue giocate. Al top.
7 Anguissa
Meno appariscente di altre volte, ma non sbaglia una giocata e recupera, comunque, un buon numero di palloni. Diga corporea tra Deiola e Strootman poca bellezza e tanta praticità. Ormai si sente addosso il ruolo come la giacca passata dal fratello maggiore. Però, piazzato lì, è una muraglia.
6,5 Fabian Ruiz
Marin gli monta una marcatura asfissiante, dialoga con Spalletti per trovare soluzioni, riscontrando qualche difficoltà per liberarsi dalla schermatura. Poi decolla, mostrando il suo solito cervellone geometrico, anche se forse stavolta gli manca il guizzo illuminante.
6 Politano
Stretto tra Lykogiannis e Caceres non riesce a trovare continuità nella giocata nei primi minuti: poi, caparbiamente, recupera e riparte. Ha di bello che anche se fa qualcosa di storto, come quando calcia male dalla bandierina, fa 50 metri per metterci una pezza.
7 Zielinski
Recupera una gamba che sostiene le giocate: scappa, sul gol del vantaggio, meravigliosamente alle spalle del centrale e mette dentro per il gol di Osimhen. Bella gara anche in fase di recupero palla, è il pendolino che tramuta costantemente il 4-3-3 in un 4-2-3-1. Esce dolorante.
7 Insigne
Punto di riferimento per ogni interscambio: Zielisnki, Mario Rui o anche Koulibaly si appoggiano sul capitano. Detta sempre i tempi della giocata, vero regista offensivo, distributore automatico di palloni con un quantitativo importante di passaggi chiave completati. Fa 400 presenze in azzurro e segna il rigore.
7,5 Osimhen
Presenza immanente, crea spazi e spaventa: segna il suo sesto gol in 10 giorni, procura il rigore. Godin viene superato sul breve e sul lungo, lo fa ammattire, quasi scoppia in lacrime per gli incubi che gli fa vivere. Walukiewicz ha bisogno di un rilevatore di velocità. La simulazione che gli provoca il giallo doveva, però, evitarla.
6 Lozano
C’è poco da fare, gli piacciono assai le praterie. Si mette sulla sinistra e ogni volta che può si lancia alla carica neppure fosse uno del settimo cavalleggeri. Non fa pesare il fatto che gli sia stato preferito Politano, trova un Cagliari in bambola ma non ha il guizzo per mandarlo al tappeto con un suo gol.
6 Elmas
Appena entrato ha una buona palla, ma per troppo altruismo preferisce servire all’indietro piuttosto che calciare. Si piazza sulla mediana, da un certo momento in poi quasi più vicino a Petagna che agli altri centrocampisti: ha rapidità, voglia, ma spesso troppo impeto che rovina ogni cosa.
sv Ounas
I compagni gli rendono la vita più semplice: all’inizio entrava lui e cambiava ritmo alle cose, ora quando entra quello che conta è gestire. In realtà il Napoli non rinuncia mai a provare l’affondo anche con la sua velocità e la sua sfrontatezza. Ma è evidente che i giochi del match sono chiusi quando entra lui.
sv Petagna
Il gol lo cerca, eccome se lo cerca. Entra per una decina di minuti ma come tutti i killer dell’area di rigore sente la porta come pochi. Per poco non gli riesce il colpo del 3-0 che per lui, che ha rinunciato a minuti e a ruoli primari altrove per restare qui, pure avrebbero fatto assai piacere.
sv Demme
All’87’ finisce il piccolo calvario dell’italo-tedesco, iniziato a Dimaro due mesi e mezzo fa. Gli serve fare qualche minuto, lo fa senza alcun tipo di rischio. Avrà qualche minuto in più giovedì in Europa League: ora è difficile poter mettere mano a questa macchina che gira alla perfezione. Ma il suo ritorno è molto gradito.
7,5 Spalletti
Per la mole di gioco che gli azzurri creano, il suo Napoli appare come il principe della favole che perde troppo tempo a specchiarsi e molto meno a essere concreto. Troppi tic e tac in fase offensiva, quando a volte c’è da guardare la porta e tirare. Per il resto vince la sesta gara diversa in sei gare, perché in questa ha letteralmente stracciato gli avversari come mai fino ad adesso. Senza mai un momento di batticuore.
A cura di Pino Taormina (Il Mattino)