Napoli/Juventus, materia di studio per i futuri tecnici: spiega Ulivieri

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Napoli-Juventus è diventata materia di studio. L’Assoallenatori, presieduta da Renzo Ulivieri, ha inserito nel materiale didattico la vittoria degli azzurri dello scorso 11 settembre. «Ho voluto mostrare due squadre che si sono incontrate all’inizio del campionato ed entrambe con due allenatori nuovi. Siamo partiti da qui, con una gara paradigmatica, per spiegare i diversi approcci. Abbiamo mostrato da un lato i problemi di Spalletti, dall’altro quelli di Allegri». Ulivieri parte dalla prima pagina della sua lezione: dall’introduzione, poi si addentra. «Anzi, va detto che c’è uno dei due che ha avuto meno problemi dell’altro: il nostro compito è stato quello di portare esempi delle difficoltà che possono incontrare gli allenatori: soprattutto di come provano a risolvere i momenti più difficili durante una partita. Napoli-Juve è stata l’occasione perfetta». Anche perché, ci si è trovati di fronte a standard molto diversi tra di loro. 

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«Da un lato – continua Ulivieri – avevamo una Juve che ha dovuto affrontare molti problemi ed un Napoli che ne ha avuti, ma sicuramente meno dei bianconeri. Spalletti ha potuto cambiare qualcosa in corsa, aveva gli strumenti per farlo. Dall’altro la Juve, aveva molti meno strumenti. È stato un match molto tattico, gestito bene da tutti e due gli allenatori. Abbiamo mostrato gli allenatori in panchina come cercano di prendere un vantaggio: Spalletti ed Allegri sono entrambi molto bravi a trovarle e sfruttarle queste situazioni di vantaggio nel corso di una partita. Molta parte della lezione, poi, è stata incentrata sul tentativo di due allenatori nuovi di far assimilare i propri concetti ad un gruppo che gestiscono da poco». Ovviamente, anche in questo caso, Spalletti batte Allegri. «Il Napoli, nonostante sia in testa alla classifica, è in costruzione. Così come la Juve, ma con più problemi nell’assimilare concetti nuovi. Tra l’altro, Spalletti non ha segreti: quando insegna ai nostri corsi non lascia segreti sul suo lavoro. Ed ha impartito subito un grande insegnamento al suo Napoli». Si prende una pausa quasi scenica Ulivieri, prima di aprire ad una riflessione inattesa. «Tanti allenatori dicono: Dobbiamo imporre il nostro gioco. E questa è filosofia. Perché durante la partita c’è sempre quel quarto d’ora o quella mezz’ora in cui il gioco spetta agli avversari. Il Napoli sembra che non si meravigli più di quando il gioco spetta agli altri: ha capito che si tratta di un evento naturale, come è successo anche con la Sampdoria. Quando un allenatore insegna anche il pragmatismo del calcio, si vede. Con Luciano si vede: nel Napoli tutti ed undici in campo si occupano di questa questione».
«Questa del confronto Spalletti-Allegri è stato un momento della lezione dove ho visto la classe – svela Ulivieri – particolarmente attenta. Anche perché chi non si interessa lo mando via (ride, ndr). Scherzi a parte, l’argomento era particolarmente importante». Ovviamente, tra Spalletti, Allegri ed Ulivieri spunta anche Sarri a completare il quadro a tinte toscanissime. «Conosco Luciano da più di 30 anni: ci incontrammo le prime volte mentre io allenavo a Vicenza e lui spendeva gli ultimi spiccioli di carriera da calciatore ad Empoli. Siamo amici, mi invita tante volte a casa sua, ma non parlo bene di lui per il nostro legame. Spalletti è partito meglio di Sarri ed Allegri perché ha avuto bisogno di cambiare meno. Sarri è entrato in una squadra che faceva 5-3-2: l’ha rivoltata e ci sarà bisogno di tempo, c’è poco da fare. Cambiando sistema di gioco in modo così forte non poteva che esser così. Allegri è entrato in una situazione dove c’è una squadra da ricostruire. Quella che deve fare Max alla Juventus è un’impresa».
M. Giordano, Il Mattino
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