L’ex Carnevale (D.S.) a Il Mattino: “Per lo scudetto sfida a tre con gli azzurri nel trio”

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Carnevale a Napoli ha scritto la storia negli anni d’oro con Maradona  vincendo due scudetti, la coppa Uefa e la coppa Italia: ora è il capo degli osservatori dell’Udinese sconfitta in maniera larga dagli azzurri di Spalletti nel penultimo turno di campionato.

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Che impressione le hanno fatto gli azzurri alla Dacia Arena?
«Straordinaria, noi per 25 minuti abbiamo fatto molto bene, poi il Napoli dopo la prima rete è venuto fuori con tutta la sua forza. Un grande gruppo insieme a Spalletti che conosco molto bene e ho visto, sereno, convinto della squadra che gli è stata affidata. Una grande squadra che si sta esprimendo con una serenità che non vedevo da tempo. Come primo vero acquisto ci metterei Osimhen che l’anno scorso per una serie di problematiche non è riuscito ad esprimere le sue qualità, per me è un top player. E molto importante è stato l’arrivo di Anguissa a centrocampo. Poi ci sono dei punti fermi come Koulibaly e Fabian Ruiz, c’è Insigne un vero fuoriclasse che avrei visto bene anche nel mio Napoli».

Con queste premesse che tipo di stagione il Napoli potrà vivere? 
«Lo vedo insieme a Milan e Inter tra le candidate a poter lottare per lo scudetto, sono le tre squadre che mi hanno impressionato maggiormente. Il Napoli è molto solido e quando palleggia fa veramente paura. L’Inter ha avuto una battuta d’arresto a Genova con la Sampdoria ma è una corazzata e resta la squadra da battere con lo scudetto cucito in petto: ha perso un terminale offensivo come Lukaku ma sono arrivati Dzeko e Correa, in difesa è molto forte e a me ricorda la Juve di due-tre anni fa. Il Milan mi diverte, sono tutti giovani bravi che giocano molto bene, quello dei rossoneri è un calcio spumeggiante, brillante. Poi c’è la Roma, un passettino più indietro perché è meno completa».

Napoli che intanto è primo a punteggio pieno dopo cinque giornate
«Il fatto che sei primo a punteggio pieno è un aspetto molto positivo nella testa di ogni singolo calciatore perché aumenta la convinzione della propria forza: presentarsi da prima della classe deve essere un bigliettino da visita, deve essere visto come un vantaggio psicologico e non come una pressione, e in questo Spalletti rappresenta una carta in più per gestire una situazione del genere, lui è un vero maestro. Poi è chiaro che il campionato è lunghissimo, a gennaio ne comincia un altro e ci vuole grande continuità ma intanto è sempre meglio essere primi: tutte le cose ti vengono meglio, ad esempio penso al pallonetto di Osimhen contro il Leicester che magari non sarebbe riuscito in maniera così perfetta».

Quanto conteranno gli scontri diretti?
«Sono le partite che ti fanno capire in maniera definitiva la forza della squadra perché se dovessi vincerle ti darebbero ancora più slancio come sicurezze in te stesso. Sicuramente le partite con Inter e Milan saranno molto indicative e daranno ancora una risposta più precisa».

Spalletti con i cinque cambi ha spesso risolto le partite: la forza del Napoli può essere anche nella profondità della rosa?
«Questo conta molto, nel Napoli di Spalletti sono tutti titolari non ci sono panchinari: entra Lozano ed esce Politano ed è la stessa cosa, come quando entra Elmas ed esce Zielinski, tanto per fare due esempi. Questo è un valore in più, soprattutto tenendo presente l’Europa League: il Napoli ha fatto divertire anche in Europa League contro il Leicester e anche lì ha le carte per provare a giocarsela fino in fondo».

Quali possono essere le maggiori insidie nel lungo cammino per la lotta al vertice?
«Bisogna saper dosare le forze quando si gioca ogi tre giorni, ma questo vale per il Napoli e ancora di più per Milan e Inter che sono impegnate in Champions: quando giochi a metà settimane nella coppa europea poi rischi sempre di più il turo successivo di campionato. Secondo me non è un caso che la Roma dopo la vittoria in Conference League abbia poi perso a Verona».

R. Ventre (Il Mattino)

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