Christian Maggio a Il Mattino: “Tattica e psicologia, su questo lavora Spalletti”
Nella stagione 2015-2016 c’era anche Christian Maggio, proprio quando il Napoli aveva maturato un vantaggio di 8 punti sulla Juventus. Un vantaggio purtroppo vano, nonostante la vittoria del titolo di campioni d’inverno, infatti, gli azzurri si fecero rimontare dalla Juventus di Max Allegri che alla fine dell’anno conquistò lo scudetto.
Maggio, ora il Napoli è a più 10 sulla Juve: come pensa che potrà gestire questo vantaggio?
«Erano altri anni. Stagioni molto diverse da questa, e infatti penso che le cose stavolta possano andare molto diversamente».
Ovvero?
«Innanzitutto all’epoca la Juventus era molto più forte, anzi era una vera corazzata rispetto a oggi, e poi anche il Napoli ha fatto un gran bel salto in avanti».
In che senso?
«Rispetto a quella stagione mi sembra evidente che il Napoli abbia maturato una maggiore consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie potenzialità».
Insomma: uno scatto mentale?
«Mi sembra che i ragazzi non sentano più quella pressione che invece per noi era un peso difficile da reggere lì in vetta alla classifica con tutti dietro a ricorrere. È bello vedere che alcuni di quegli stessi ragazzi adesso siano cresciuti».
A chi si riferisce?
«Quello stesso anno c’erano anche Koulibaly e Insigne che adesso rappresentano l’ossatura del Napoli di Spalletti. Kalidou è cresciuto tantissimo e ora è un giocatore di livello mondiale. Discorso analogo anche per Lorenzo che in questi ultimi tre o quattro anni ha avuto un’evoluzione improntante. Da capitano si è molto responsabilizzato».
Diceva però anche dei problemi della Juventus…
«In quegli anni era anomalo vederla in quella posizione di classifica così lontana dalla vetta, mentre ora stanno vivendo un periodo di transizione. Tanti cambiamenti soprattutto societari. Credo che anche per questo non arrivino risultati imminenti».
Per voi fu un peso stare davanti, per il Napoli di oggi invece?
«Penso proprio di no. Ma devono stare attenti e cercare di fare quanti più punti è possibile adesso per arrivare a gennaio in una situazione di sicurezza. Poi può succedere di tutto. Ora, invece, sono in un ottimo momento di forma e devono approfittarne».
Si aspettava un Napoli così dopo la delusione dello scorso campionato?
«Onestamente no. Mi ha molto sorpreso. Ma il merito è stato tutto di Spalletti. Dopo la partita contro il Verona non era facile ripartire e riportare entusiasmo nello spogliatoio. Lui ce l’ha fatta e gli va dato un grande merito. Il cambio di allenatore è stato un toccasana perché si è azzerato tutto e i giocatori seguono le indicazioni di Spalletti con grande attenzione. Si vede che hanno fiducia in lui e nei suoi metodi. È una vita che il Napoli lotta per le prime posizioni, adesso sarei contento se riuscisse a centrare qualche obiettivo importante».
Essere lì davanti cosa comporta nella testa dei giocatori?
«Tanta pressione psicologica. Soprattutto se non sei abituato, come non lo eravamo noi in quel campionato. Inconsciamente avevamo paura dei risultati e questo ci ha molto condizionato. Mi auguro che ora non succeda lo stesso».
A proposito: che idea si è fatto di questo campionato?
«Molto equilibrato. Credo che davvero possa succedere di tutto. Mi fa piacere che il Napoli sia lì, primo in classifica e a punteggio pieno, ma le insidie sono tante. Anche perché tante sono le squadre che possono ambire davvero al titolo finale».
Ovvero?
«Non guardiamo solo alla Juventus che sta facendo fatica ma potrebbe riprendersi da un momento all’altro. Penso ad esempio alla Roma che ha perso l’ultima di campionato contro il Verona, ma con l’arrivo di Mourinho è cambiata molto, soprattutto come impronta. Credo possa essere una delle squadre più fastidiose. Non so se possa ambire allo scudetto, ma darà filo da torcere un po’ a tutte».
E poi?
«Occhio al Milan che sta facendo bene anche perché la società ha deciso di proseguire sulla traccia dello scorso campionato e con Pioli possono andare davvero lontano».
P. Taormina (Il mattino)