Careca a Il Mattino: “E’ il momento migliore per mettere ko la Juventus”

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Antonio Careca ai microfoni de Il Mattino :

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«Con il Milan ci giocavamo lo scudetto, con la Juventus l’onore». Il brasiliano ricorda bene il sapore e l’importanza delle sfide contro i bianconeri. Il centravanti del secondo tricolore e della Coppa Uefa vive in Brasile nella sua Campinas, si divide tra la scuola calcio che porta il suo nome e il ruolo di osservatore. Nel recente passato ha fatto già tanti nomi al Napoli. «Ma non sono mai stato ascoltato. Mi piacerebbe collaborare con il club, segnalare qualche talento delle mie parti prima che finiscano nel mirino delle grandi società europee». Careca segue con costanza e interesse il Napoli, l’enorme parabola piazzata sul tetto della fattoria di Campinas capta ogni partita degli azzurri. «Importante aver iniziato bene, due vittorie su due fanno bene al morale. Ma in Italia i veri valori iniziano a venir fuori tra l’autunno e l’inverno».
Intanto il calendario ha piazzato la storica sfida contro i bianconeri già alla terza giornata: troppo presto?«Per alcuni motivi dico di sì, perché affrontare una gara così importante dopo la sosta non è l’ideale. Per altre ragioni forse è meglio così, visto che la Juventus non se la passa benissimo: se perde anche sabato, rischia di compromettere subito la corsa scudetto».
Ai tempi di Careca non era questa la gara che valeva per il tricolore.«Negli anni novanta c’eravamo noi e il Milan a contenderci il titolo, sfide storiche e appassionate, a volte è andata bene a loro, altre volte abbiamo trionfato noi. Non era soltanto Maradona contro Gullit o io contro Van Basten, era lo scontro tra due filosofie e due modi di pensare e giocare il calcio completamente differenti».
La Juventus se la passava male in quegli anni.«Non è mai stata davanti al Napoli in classifica, noi eravamo superiori. Nonostante questo, la settimana che precedeva la sfida con la Juve era particolare. Sentivamo addosso la pressione dei tifosi, per loro questa è la partita da vincere a tutti i costi. Napoli-Juve ha sempre avuto un fascino particolare».
Come particolari sono i ricordi dei confronti contro i bianconeri. La tripletta di Careca a Torino ad esempio, in un memorabile 3-5.«Cinque gol in casa loro, mamma mia… Non l’ho mai dimenticato. Diego mi dava la palla e io la buttavo dentro, funzionò tutto a meraviglia quella domenica. Segnare così tante reti a Torino fu un’autentica impresa, quel successo così clamoroso fece molto rumore. I tre gol? Tutti belli, ricordo in particolare uno al volo, una specie di pallonetto, su assist straordinario di Diego. Mi dava certi palloni…».
Già, Diego. Con gli ex compagni lei ha costituito l’associazione Le leggende del Napoli, che vuole essere anche un tributo al grande campione.«Per me è stato un sogno giocare con lui, un sogno che si è avverato. Parlavamo la stessa lingua, i quattro anni trascorsi con lui sono stati meravigliosi. Sono molto felice di aver scritto con Diego la storia del Napoli e di aver fatto parte della sua vita. Andrò presto a rendergli omaggio a Buenos Aires».
C’è un’altra vittoria storica contro la Juventus, quella in Supercoppa. Nuova manita alla vecchia Signora e al suo portiere con doppietta di Careca. «Una delle più belle partite in assoluto del mio Napoli, un dominio totale, una superiorità schiacciante. È vero che avevamo di fronte una Juventus che stava per cominciare una nuovo ciclo ma noi fummo perfetti e Diego era in forma mondiale».
L’anno precedente il San Paolo aveva registrato un’altra memorabile vittoria contro i bianconeri, quarti di finale di Coppa Uefa: sarebbe stato questo il grande trionfo di Careca, con le reti decisivi in semifinale contro il Bayern e in finale contro lo Stoccarda.«Non avremmo portato la Coppa a casa se non avessimo fatto quel miracolo della rimonta ai quarti all’ultimo secondo. Assist mio, fece gol Alessandro (Renica ndr) che era al mio posto, al centro dell’area di rigore e ancora non sappiamo perché si trovasse lì.
Pronostico per domani?«Vincere sarebbe perfetto ma al Napoli, a differenza della Juventus, potrebbe star bene anche non perdere».

A cura di A. Rossi (Il Mattino)

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