Un eroe per caso. «Non pensavo neppure di dover giocare questa partita». Petagna si prende tutto lui, dopo due minuti e mezzo. I tre punti sono il suo regalo d’addio. Perché se non cambia qualcosa oggi o domani firmerà per la Sampdoria. Il Napoli deve tagliare gli ingaggi e alla fine il sacrificio è il suo. Il suo dovere lo ha sempre fatto. Non si nasconde. «Ho corso come un matto dopo il gol. Devo essere sincero, non pensavo di essere qui, avevo tanta voglia di dimostrare il mio valore. Io lo so quanto valgo perché ogni volta che gioco ho fatto bene: il mister mi ha detto che ci tiene a me, avevo tanta carica dentro di me». Cercherà gloria altrove, qui ha avuto sempre e solo mugugni. «Sono contento per tutti i tifosi, ma anche per Fabian e Ospina, loro mi hanno detto che sarei stato decisivo con il Genoa». Il distacco non sembra una cosa facile, c’è qualcosa di viscerale. Si capisce. «Siamo una grande squadra, lo scorso anno abbiamo avuta sfortuna ma quest’anno se le cose girano per il verso giusto ci potremo togliere tante difficoltà». Fa un certo effetto immaginarlo avversario, proprio qui, tra due settimane. Il destino bussa alla porta. Non ha capito, con Gattuso perché è sparito dai radar, non vuol fare la stessa fine. E rischia che succeda. Perché il 4-3-3 è solo di passaggio, perché Spalletti ha in mente quando recupera gli infortuni di giocare con i due mediani, di affidarsi al 4-2-3-1 anche in fase di non possesso. E a questo punto lì davanti sarebbero davvero in tanti. Troppi.
Il Mattino