Ci sono due strade che l’Inter ha scelto di percorrere, una amicale e l’altra, nel caso la prima non sortisca effetti, laterale e comunque lecita e legale. Per avere Insigne, e però subito, dopo aver comunque continuato a capire quali e quanti margini ci fossero per Zapata e per Correa, la prossima mossa prevede una telefonata ad ADL : il Napoli ha provveduto a far filtrare il prezzo di una cessione «storica», perché qui si parla del capitano e del simbolo della squadra, e 30 milioni rappresentano la cifra necessaria per chiuderla subito. Ma trenta milioni per un giocatore che tra dieci mesi andrà in scadenza e che tra quattro (dal primo gennaio), potrebbe già mettersi a trattare con un futuro acquirente, vengono ritenuti tanti e anche troppi: l’Inter si è spinta sino a 15 milioni più Alexis Sanchez, che con i suoi sette d’ingaggio stagionale è largamente al di fuori dal budget del Napoli, al quale, eventualmente, potrebbe interessare Vecino, che comunque a Simone Inzaghi serve, ma senza iper-valutazioni. A Insigne, in questo caso, quinquennale da sei milioni di euro. La preferenza del Napoli, ovviamente, è un’operazione da concludere eventualmente ed esclusivamente solo attraverso il cash, però i margini per trattare vengono ritenuti esigui. L’Inter, e lo sa anche il Napoli, il prossimo due gennaio potrebbe mandare una semplice raccomandata o una Pec in cui informa di voler intavolare un dialogo con Insigne, in scadenza di contratto nel giugno del 2022. Una comunicazione, tutto qua. Sarebbe un negoziato diretto tra il club e il calciatore, attraverso il manager, e servirebbe a quel punto semplicemente a formalizzare quanto ormai già deciso in quello che può essere ritenuto il piano B: sette milioni alla firma e ventiquattro milioni netti ad Insigne per il successivo quadriennio, a cui aggiungere anche la disponibilità dei diritti d’immagine. Ma ad agosto o a gennaio «può succedere». Ai suoi cari amici Insigne l’ha detto.