ESCLUSIVA CALCIO FEMMINILE – P. Riboldi (centr. Pink Sport Bari): “La serie B? Il livello di qualità c’è, noi cercheremo di dare il massimo”
Il campionato di serie B femminile, ancora non si conoscono le date d’inizio, ma certamente c’è grande attesa per il livello delle squadre. Come nelle ultime stagioni, fare pronostici non sarà semplice. Il Pink Sport Bari, retrocessa in cadetteria, cercherà di ritagliarsi un ruolo e ilnapolionline.com ha intervistato la centrocampista Penelope Riboldi.
Cosa ti ha spinto ad accettare la destinazione al Pink Sport Bari? “Sicuramente il progetto del Pink Sport Bari è davvero molto interessante. C’è la voglia del club e di tutte noi di fare bene, pur sapendo che negli ultimi anni il campionato di serie B, il livello si è alzato. Noi cercheremo di dare il massimo, sapendo di tutto ciò, poi a fine stagione tireremo le somme”.
Nelle ultime stagione la serie B femminile è diventata una sorta di A2. Anche quest’anno pensi che sarà la stessa cosa? “Sono d’accordo con te, ci sono squadre che si stanno rinforzando e sono certamente tra le favorite per la promozione. Noi abbiamo un mix di giovani ed elementi esperti, come me, Di Criscio, Gelmetti e non solo, dove cercheremo di dare il nostro contributo. Sappiamo che per noi non sarà un campionato semplice, visto il valore delle avversarie, però cercheremo di farci onore”.
Negli ultimi 10 anni sono cambiate tanti aspetti nel calcio femminile. Cosa ne pensi in merito? “Sicuramente l’avvento del calcio maschile all’interno del movimento, ha portato una ventata di novità non indifferente. Il livello di competitività si è alzato e lo si nota da un paio di anni a questa parte. Anche il fatto che da quest’anno le gare di serie A si vedranno in chiaro, è un altro segnale da prendere in considerazione. Senza dimenticare anche il mondiale del 2018 in Francia dove l’Italia si fece onorare, portando grande interesse. Io gioco da una decina d’anni e penso che si sono fatti quei passi in avanti importanti e mi auguro che si prosegua su questa strada”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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