Comm. Medica FIGC, il prof. Nanni: “In Serie A non è applicabile l’obbligo di vaccino. Con il green pass si possono riaprire stadi con capienze importanti”
In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Gianni Nanni, membro della Commissione Medica della FIGC:
“Ad un mese dall’avvio della Serie A, giudico il quadro epidemiologico abbastanza buono. Gran parte dei componenti dei diversi gruppi squadra sono vaccinati (almeno con prima dose). Ci sono pochi casi di membri non ancora vaccinati. L’auspicio è quello di arrivare alle prime gare ufficiali con percentuali di membri sottoposti a doppia dose maggiori. Rispetto allo scorso anno è già un grande passo in avanti.
Il caso Spezia e il vaccino obbligatorio come in Premier? Quello inglese è di sicuro un modello molto drastico, ma anche molto efficace. Dinanzi ad una pandemia ci vogliono delle regole precise e bisogna assicurarsi poi che vengano rispettate. Dal punto di vista dell’applicabilità in Italia, non ne sono convinto.
Riapertura degli stadi? Lo sport senza tifosi è qualcosa di monco. Mi sento ottimista, però. Col green pass è possibile tornare a qualcosa di molto vicino alla vita normale. Possiamo aprire gli stadi, anche con capienze importanti, purché le gente che entra abbia il green pass. Riportare la gente allo stadio sarebbe un segnale importante, soprattutto con persone che non generebbero il rischio di nuovi focolai. Secondo me, la scelta di far entrare i tifosi col green pass sarebbe una scelta vincente.
Campagne abbonamenti per le società di Serie A? Questo è un problema che spetterà alle autorità sanitarie. Con le nuove aperture, anche le società si organizzeranno di conseguenza. Le uniche problematiche resterebbero le entrate e le uscite dallo stadio, ma con un po’ disciplina può risolversi tutto facilmente. Ripeto: con l’ausilio del green pass, il pericolo di contagio viene limitato moltissimo. Quasi azzerato.
Nuove modifiche al protocollo? Sono in programma. Il protocollo prevedeva che i casi Covid guariti avessero un ulteriore richiamo vaccinale, a 6 mesi dalla prima positività. Adesso, sembra possibile spostare questo limite temporale ad un anno. Vedremo se modificare questo punto del protocollo, aspetteremo anche le eventuali variazioni dettate dal CTS e dalle autorità sanitarie. Noi restiamo vigili e cercheremo di tenere aggiornato il protocollo, in base alle ultime direttive”.