Dopo lo studio di fattibilità portato avanti dalla Deloitte, oggi l’Assemblea inizierà a discutere del nuovo format del campionato: la strada è imboccata serie A, l’ora delle riforme Torneo a 18 squadre, eventuali playoff e playout: serve una sintesi che garantisca le big e le piccole Il piano è partire con la nuova formula dal 2023-24
I consulenti hanno parlato con tutte le società Oggi il documento di Pietro Guadagno ora o mai più. Il percorso di riforma e cambiamento sta per essere imboccato. Occorre capire se il calcio italiano sarà finalmente sufficientemente maturo per portarlo a compimento. Altri tentativi, in passato, si sono arenati davanti all’impossibilità di trovare un’intesa tra tutti gli attori in gioco. Anche stavolta la spinta viene dall’alto, ovvero dalla Federazione. Con una sostanziale differenza, però: che in precedenza il numero uno di via Allegri non era mai stato così forte. Oggi, infatti, Gravina può contare su una Nazionale che si è appena laureata campione d’Europa e anche sulla solida alleanza di Dal Pino. Non a caso, proprio la serie A, ovvero la Lega più litigiosa, sembra aver raccolto prima di altri il segnale.
COLLOQUI E SINTESI.
Il risultato è che oggi la massima categoria si riunirà in un’Assemblea del tutto inedita, poichè all’ordine del giorno c’è proprio il cambio di format del campionato. La riunione arriva a conclusione di un percorso avviato a cavallo del weekend: un doppio incontro con Deloitte, incaricata di realizzare uno studio di fattibilità con base di partenza la riduzione del torneo da 20 a 18 squadre, ma anche con l’eventuale corollario di una post-season costituita da play-off e play-out. In questi giorni, l’azienda di consulenza ha programmato pure colloqui separati con ciascuna società, in modo da avere una visione il più esauriente e completa di quello che è la realtà della Serie A. Nell’Assemblea di questo pomeriggio (ore 17 in video-conferenza) dovrà portare un documento di sintesi.
DISTANZE E CRITICITÀ.
A quel punto si accenderà il dibattito, nella speranza di arrivare ad una posizione il più possibile condivisa. Anche perché, per venerdì, Gravina ha convocato una riunione informale di tutte le Leghe e le componenti sempre sul tema della riforma dell’intero impianto calcistico italiano. Che la Serie A riesca a compattarsi su un argomento così delicato e con interessi così differenti appare complicato. Possibile semmai che vengano individuate tutte le criticità e che venga immaginata una road-map attraverso cui risolverle e sistemarle. Si può già comprendere, ad esempio, come le grandi siano favorevoli ad una riduzione delle squadre, avendo la possibilità di ottenere una fetta più ampia dei ricavi dei diritti tv, con l’aggiunta di poter riservare più risorse e forze alle Coppe Europee, visto che la Champions, dal 2024/25 aumenterà il numero delle sue partite e 4 slot liberi in più farebbero un gran comodo. Di contro, le piccole temono le conseguenze ancora più gravi che comporterebbe una retrocessione, visto che recuperare la massima serie diventerebbe maggiormente complicato. Logico, dunque, che chiederanno ulteriori garanzie, a cominciare dal cosiddetto paracadute.
POST-SEASON.
Ad ogni modo, la Federcalcio spinge e non è detto che si attenda il 2024/25 per il cambiamento. Anzi, il piano è di arrivarci con una stagione di anticipo, approfittando del fatto che le tv non avrebbero margine per opporsi. Nel contratto di vendita dei diritti, infatti, è previsto il cambio del format in corsa. Tuttavia, potrebbero essere ricompensate con un torneo più equilibrato e divertente; e chissà forse anche con play-off e play-out. Anche questo è uno dei cavalli di battaglia di Gravina e potrebbe rivelarsi un mezzo per alzare il valore della serie A sul mercato.
GOVERNO.
A margine, la serie A attende le decisioni del Governo, in particolare sulle modalità di riapertura degli stadi, ma anche sulle richieste in merito a dilazioni nei pagamenti fiscali e previdenziali e di accesso a strumenti di debito. L’argomento è all’ordine del giorno di un’altra Assemblea convocata per lunedì prossimo. I tempi stretti sono dovuti alla scadenza del bando per i diritti di bending. Ma sarà l’occasione per un nuovo momento di confronto. E si ragionerà anche su come provare ad aumentare i ricavi per i diritti esteri dell’area mediorientale: 25 milioni sono pochi e cosi si cerca un partner per i contenuti editoriali.
Fonte: CDS