Raffaele Di Fusco, ex calciatore ed allenatore, ha parlato ai microfoni di 1 Station Radio. “La vittoria dell’Europeo ha fatto bene al morale di tutti gli italiani, non solo al mondo calcistico. Donnarumma? L’essere lì senza squadra era il suo ultimo pensiero. I suoi rigori sono stati una cosa straordinaria. Entrava e usciva dai pali per parare e basta, una concentrazione altissima, tant’è che non sapeva nemmeno che avesse vinto. Pallone d’Oro? Deve fare qualcosa di più. Vincerlo, comunque, per un portiere è complicato. Quando fanno una gran parata, quasi passano inosservati. A differenza, invece, di un gran gol di un attaccante. Quando hai un difensore dei pali così forte, vale un centravanti. Per i trofei personali europei, però, guardano altro. In televisione parlano solo delle mani e non delle gambe, le quali sono importantissime. Chi giudica dovrebbe guardare anche la tecnica di un portiere, ma purtroppo non è così. Mi ha meravigliato la gestione del Milan. Non hanno guardato oltre, se porti allo svincolo Calhanoglu, Donnarumma, significa che qualcosa hai sbagliato. Meret o Ospina? Ho sempre sostenuto che la gestione del primo sia stata la peggiore che si potesse fare. La società ha fatto un grandissimo investimento su questo ragazzo, il quale ha tutte le doti per essere un gran portiere, e, in due anni, ci ritroviamo con un Meret migliorato pochissimo, causa gestione negativa. Quando si ha questo potenziale a disposizione, bisogna sfruttarlo. Alex può diventare grande, ma deve avere continuità. Nessuna squadra al mondo ha mai avuto questo tipo di gestione dei portieri. Inoltre, ad ogni piccolo errore veniva messo nel mirino, e così non lo si fa crescere. Inutile prendere un giovane di prospettiva se non lo si fa giocare. Spero scelgano di farlo partire titolare. Ospina è un ottimo portiere, ma Meret ha una tecnica migliore. Il colombiano ha in più il saper giocare meglio con i piedi e l’esperienza. Starà ad Alex dimostrare di poter diventare un grande giocatore. Se il Napoli mi ha chiamato? No, e non penso mi chiameranno. Allenatori come Spalletti hanno già un loro staff”.